L’uso dei messaggi vocali è sempre più pervasivo, tanto che applicazioni come Telegram (a pagamento) e Whatsapp (nel momento in cui scriviamo non è ancora disponibile per la lingua italiana) stanno introducendo gli algoritmi AI nelle loro piattaforme per offrirne la trascrizione automatica.
Esiste però almeno un’applicazione che è già arrivata con successo a questo traguardo: si chiama buz – voice connects ed è una sorta di walkie-talkie moderno perché funzionando tramite Internet la trasmissione non è limitata alla distanza geografica delle onde radio. Inoltre integra una sfilza di funzioni intelligenti che, per chi vive di vocali, può fare davvero la differenza.
Tenete soprattutto presente che non costa niente e la potete scaricare su iPhone, iPad, Apple Watch e sui dispositivi Android, perciò a differenza dell’app Walkie-Talkie di Apple che è limitata ai soli Apple Watch, questa potete usarla per interagire senza limiti con gli utenti dell’una e dell’altra piattaforma.
Come funziona
L’app è particolarmente intuitiva in quanto metà dell’interfaccia è occupata da un grande pulsante che va schiacciato quando si parla.
Rilasciandolo, il messaggio viene trasmesso al destinatario – o ai destinatari, se si tratta di una chat di gruppo – ed è riprodotto automaticamente anche a schermo bloccato (se il dispositivo ricevente è stato configurato in questo modo).
Viceversa si può disattivare la riproduzione automatica anche dalla schermata di blocco così se ci si trova in riunione, al cinema o in un posto in cui non si può parlare, anziché ascoltare il vocale sarà possibile leggerne la trascrizione che l’app include automaticamente nella sezione di chat ed eventualmente rispondere da lì digitando un tradizionale messaggio (che verrà poi semplicemente notificato con un suono).
Questa funzione ha una duplice utilità datosi che permette di rileggere ciò che si è detto anche a distanza di giorni e quindi ritrovare facilmente il preciso momento di un discorso senza doversi destreggiare tra centinaia di vocali che su piattaforme come Whatsapp e Telegram apparirebbero invece tutti uguali.
L’app rompe anche ogni barriera linguistica perché alla trascrizione affianca il servizio di traduzione automatica, facilitando così la comunicazione tra persone di lingue diverse, anche quando partecipano in chat di gruppo multilingua.
C’è anche questo
Non approfondiamo il discorso sui filtri vocali che permettono di giocare con il camuffamento della voce o delle emoji parlate che permettono di inviare una risata o un rullo di tamburi in un lampo. Ma sappiate che c’è anche questo.
La versione attuale dell’app (Agosto 2025) include infine anche Buddy AI, un assistente virtuale che non solo traduce all’istante 26 lingue ma “risponde alle domande, condivide fatti divertenti e fornisce consigli di viaggio”.
Si può usare in forma anonima?
Si può usare senza dover per forza cedere informazioni personali? Ni. Nel senso che l’app si appoggia comunque a una rete Wi-Fi o a quella cellulare, quindi i dati scambiati non saranno completamente all’oscuro degli operatori telefonici, e datosi che lavora principalmente coi microfoni, la vostra voce viene comunque registrata, archiviata su server esterni (principalmente, Singapore e USA) ed elaborata da una AI.
Ma per usarla non bisogna necessariamente utilizzare il proprio numero di telefono, né la mail principale datosi che l’iscrizione può essere portata a buon fine anche utilizzando uno dei tanti servizi di email temporanee che si trovano in rete. Con questo stratagemma, negando l’accesso alla rubrica ed omettendo nomi reali, sicuramente una buona parte di anonimato può essere mantenuta.
Datosi che abbiamo introdotto l’argomento privacy, la società detentrice del servizio Buz Me Now! ha pubblicato una lunga informativa in cui si chiariscono le basi legali e i diritti degli utenti in maniera dettagliata.
Semplificando, vengono utilizzate tecniche di pseudonimizzazione e anonimizzazione per migliorare la privacy, tanto che è in linea col GDPR e altre normative.
Tuttavia come qualsiasi altra app di messaggistica (incluse Whatsapp e Telegram) andrebbe usata con cautela perché raccoglie una grande quantità di informazioni – tra cui chat, foto, microfono, posizione, cronologia d’uso, rubrica, clipboard, e persino sensori del dispositivo – che vengono conservate a tempo indeterminato salvo cancellazione manuale “per migliorare il servizio”.
Perché potrebbe diventare l’app definitiva
Detto questo, oltre alla chat facciamo presente che include anche le funzioni di chiamata vocale e di videochiamata, oltre alla possibilità di inviare foto, video, persino la posizione; quindi può effettivamente diventare una valida alternativa a servizi ben più rodati.
La sua forza attualmente ruota tutta intorno al fatto che come input principale antepone la voce alla digitazione.
Risulta quindi più comoda e immediata per chi fa fatica a digitare sulla tastiera, e non ci riferiamo soltanto alle persone anziane ma anche a chi si trova all’aperto e a causa della forte luce solare fa fatica a leggere quel che compare sullo schermo, oppure chi in quel momento sta giocando e vuole continuare a farlo pur scambiando messaggi con qualcuno che si trova dall’altra parte del mondo.
Ma soprattutto rappresenta il bilanciamento perfetto tra chi vive di vocali e chi invece non li sopporta, perché ai primi offre un sistema di invio immediato, e ai secondi la possibilità di disabilitarli completamente beneficiando della trascrizione automatica.
Altre app
Se siete a caccia di altre applicazioni allora sappiate che qui su Macitynet avete l’imbarazzo della scelta: periodicamente pubblichiamo infatti nuovi articoli separando attraverso apposite sezioni quelle dedicate ad iPad, iPhone, Mac, Android e Windows.















