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Ecco Lara V2, l’AI italiana che sfida Google e DeepL

La tecnologia, e soprattutto l’intelligenza artificiale, sono monopolio unico delle aziende americane? No. Anzi, c’è molto di “nostro”. Lo dimostra la vera e propria sfida che una azienda italiana, finora conosciuta soprattutto dagli addetti ai lavoro ma dal potenziale di mercato molto alto, ha lanciato ai giganti americani della traduzione automatica. Translated, l’azienda romana fondata nel 1999, ha presentato Lara V2, l’evoluzione della sua intelligenza artificiale che nei test condotti da linguisti esperti ha dimostrato risultati superiori del 46% rispetto al modello precedente.

Una percentuale che non è solo un numero, ma rappresenta un salto qualitativo in un settore dove ogni miglioramento incrementale vale miliardi di dollari. In un panorama dominato da Google Translate, DeepL e i sistemi di OpenAI, questa piccola azienda italiana sta dimostrando che innovare significa prima di tutto comprendere profondamente il problema che si vuole risolvere.

Il contrario di una startup

Se l’idea di azienda innovativa e vincente è che debba essere nata sei mesi fa e gestita da tre ragazzi freschi di dottorato di ricerca, ebbene con Translate non è così. La storia di Lara inizia da lontano, dal 1999, quando la linguista Isabelle Andrieu e l’informatico Marco Trombetti fondarono Translated con una missione apparentemente semplice ma in realtà rivoluzionaria: permettere a chiunque di comprendere ed essere compreso nella propria lingua. Mentre i colossi tecnologici americani si concentravano sulla potenza bruta degli algoritmi, Translated sceglieva una strada diversa. L’azienda costruiva pazientemente una rete di oltre 500mila traduttori professionisti, raccogliendo 25 milioni di traduzioni reali, fatte da esseri umani, in un database che sarebbe diventato il cuore pulsante di Lara. Oggi Translated serve 300mila clienti in 200 lingue, ma soprattutto ha dimostrato che si può competere con i giganti tech senza necessariamente imitarne i metodi.

Il mercato della traduzione automatica è uno dei più competitivi dell’intero panorama tecnologico. Google Translate domina con miliardi di query giornaliere, DeepL si è affermato per la qualità delle traduzioni europee, mentre GPT-4 di OpenAI ha portato la capacità conversazionale a livelli prima impensabili. In questo contesto, Lara non solo tiene il passo, ma in molti casi supera sistemi che hanno alle spalle risorse praticamente infinite. Il segreto sta nell’approccio: mentre altri sistemi si limitano a convertire parole da una lingua all’altra, Lara cerca di comprendere il contesto, le sfumature culturali, l’intenzione comunicativa di chi scrive.

Con l’IA traduzioni automatiche paragonabili a quelle di un traduttore professionista
Marco Trombetti

L’innovazione che fa la differenza

Lara V2 introduce novità tecniche che ridefiniscono gli standard del settore. Il nuovo tokenizzatore risolve i problemi cronici che i modelli linguistici tradizionali incontrano con i dati multilingue, mentre la metodologia proprietaria Trust-Attention V2 attribuisce peso maggiore ai dati di alta qualità durante l’addestramento. Il risultato è un sistema che non solo traduce, ma sa spiegare le proprie scelte, una caratteristica unica nel panorama attuale. Gli utenti possono ora caricare glossari e memorie di traduzione, garantendo coerenza terminologica in tutti i contenuti, mentre il supporto per 50 lingue e 18 varianti linguistiche regionali copre esigenze sempre più specifiche.

La vera rivoluzione di Lara sta nel suo approccio ibrido uomo-macchina. Dove altri sistemi puntano sulla sostituzione dell’elemento umano, Translated ha scelto il potenziamento reciproco. Il sistema offre tre modalità di traduzione (fedele per testi tecnici e legali, fluida per contenuti generali, creativa per marketing e letteratura) che riflettono la complessità del lavoro traduttivo professionale. Questa filosofia emerge chiaramente dalle parole del ceo Marco Trombetti, che definisce questa versione come un passo verso “un’efficienza e una qualità eccezionali quando si lavora insieme ai traduttori professionisti”. L’intelligenza artificiale non sostituisce l’umano, ma lo amplifica.

La neutralità culturale rappresenta un altro elemento distintivo di Lara. Il sistema si adatta alle sensibilità locali, evita bias di genere e culturali, comprende le sfumature che spesso sfuggono ai modelli addestrati principalmente su dati occidentali. Questa attenzione al contesto culturale deriva direttamente dall’esperienza accumulata da Translated in 25 anni di lavoro con traduttori nativi di ogni parte del mondo. È un vantaggio competitivo che nessun algoritmo, per quanto sofisticato, può replicare senza un’analoga base di conoscenza umana.

Una lezione di strategia imprenditoriale

Il percorso di Translated dimostra che anche nel mondo dell’intelligenza artificiale la strategia conta più delle risorse pure. L’azienda ha investito 30 milioni di dollari nel 2021 e ha utilizzato 1,2 milioni di ore di GPU NVIDIA per addestrare Lara, cifre significative ma non paragonabili ai budget dei giganti tech. La differenza l’ha fatta la qualità dei dati e la chiarezza della visione strategica. Mentre altri inseguivano la generalizzazione massima, Translated si concentrava sulla specificità del dominio traduttivo, costruendo competenze verticali difficili da replicare.

Il riconoscimento arriva anche dall’esterno: analisti come IDC Marketscape, CSA Research e Gartner hanno classificato Translated come leader nella tecnologia di traduzione basata sull’intelligenza artificiale. Ma il vero test sono i risultati pratici: Lara supera sistemi affermati in valutazioni in doppio cieco, dimostra affidabilità costante anche con lingue a risorse limitate, mantiene qualità elevata su volumi industriali. La piattaforma Lara Translate, disponibile tramite interfaccia web e API, offre funzionalità avanzate come la modifica diretta delle traduzioni e il controllo qualità automatico attraverso il caratteristico “pop-up di Lara”.

La storia di Lara V2 è anche la storia di come l’Italia può competere nell’era dell’intelligenza artificiale. Non serve imitare i modelli della Silicon Valley: serve trovare la propria strada, valorizzare le competenze specifiche, costruire ecosistemi di eccellenza. Translated ha dimostrato che si può essere globali rimanendo fedeli alla propria identità, che si può innovare partendo dalle competenze tradizionali anziché cancellarle. In un mondo dove l’intelligenza artificiale rischia di standardizzare tutto, Lara rappresenta il valore della diversità di approccio. Essere omologati alla fine non paga, mai.

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Il futuro della traduzione

Il mercato delle traduzioni è enorme. Viviamo dentro l’epoca post-torre di Babele, dopotutto. Per questo le prospettive di crescita per Lara sono considerevoli. L’espansione verso tutte le più di 200 lingue supportate aprirà mercati finora inesplorati, mentre l’integrazione sempre più profonda tra traduttori umani e intelligenza artificiale promette livelli di qualità prima impensabili. La sfida ora è mantenere questo vantaggio competitivo mentre i giganti tech reagiscono e le barriere tecnologiche si abbassano. Ma Translated ha dimostrato di saper guardare oltre l’immediato: la vera innovazione non sta nella tecnologia fine a se stessa, ma nella capacità di risolvere problemi delle persone reali.

Il successo di Lara V2 conferma una lezione importante: nell’era dell’intelligenza artificiale, vincono non necessariamente i più grandi o i più ricchi, ma quelli che meglio comprendono il dominio in cui operano. Translated ha trasformato 25 anni di esperienza nel settore linguistico in un vantaggio tecnologico sostenibile, dimostrando che l’Italia può giocare da protagonista anche nelle partite più difficili. La traduzione automatica non sarà mai solo una questione di algoritmi: è una questione di comprensione profonda della comunicazione umana, e su questo terreno l’esperienza italiana ha ancora molto da dire.

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