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Gli editori giapponesi denunciano Perplexity AI per violazione del copyright

Due grandi gruppi editoriali giapponesi hanno denunciato  Perplexity AI -motore di ricerca basato su chat bot con intelligenza artificiale generativa  per presunte violazioni del copyright, allungando l’elenco di gruppi di media che hanno deciso di avviare azioni legali contro AI che sfruttano contenuti editoriali, senza alcun compenso per gli editori.

Una delle nuove azioni legali è stata avviata da Nikkei, gruppo che è, tra le altre cose, proprietario del Financial Times, e l’altra da Asahi Shimbun, noto un quotidiano nazionale in lingua giapponese. Queste due realtà hanno fatto sapere di avere intentato congiuntamente causa a Tokyo.

Come accennato, questi gruppi sono solo gli ultimi che comprendono varie società dei media occidentali ad avere deciso di intraprendere azioni legali contro Perplexity, che è in grado di fornire risposte indicando fonti e citazioni sfruttando da modelli che attingono modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) di piattaforme quali OpenAI e Anthropic.

Claude Opus 4 e Sonnet 4, Anthropic rivoluziona l’AI e il coding - macitynet.it

L’accusa a Perplexity delle testate

Secondo le testate giapponesi, Perplexity “copia e memorizza senza permesso” contenuti di articoli che si trovano, ad esepio sui server di Nikkei, ignorando “misure tecniche” messe in atto per impedire tali comportamenti; affermano inoltre che le risposte di Perplexity forniscono informazioni errate, attribuendo i risultati a inesistentti articoli dei giornali, “danneggiando gravemente la credibilità degli editori”:

I rapporti tra gli editori e le AI è sempre più complicato: lo scorso anno realtà quali News Corp – Wall Street Journal, New York Times e New York Post hanno deciso di far causa alla startup di intelligenza artificiale Perplexity e sono tanti i giornali in guerra con le AI di OpenAI, Microsoft e Perplexity, accusate di rubare contenuti e ricavi. In alcuni casi sono stati siglati accordi specifici con l’obiettivo di trarre profitto “da una tecnologia che promette di avere un profondo impatto sul settore dell’editoria giornalistica”. In Italia accordi simili sono stati siglati da Rcs (Corriere della Sera) e Gedi (Repubblica).

Come abbiamo già spiegato in altri articoli, il furto dei contenuti dei siti proposti dalle AI senza nulla in cambio potrebbe avere conseguenze devastanti per il settore dei media, un giochetto che rischia di mettere in ginocchio l’intero settore del giornalismo, bypassando completamente i link che portano traffico (e denaro) ai siti degli editori.

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