Con le loro tecnologie hanno spopolato, in coppia, per circa un ventennio ma ora, e ora, sempre appaiati, faticano a tenere il ritmo del progresso. Sono Microsoft ed Intel due, ancora oggi, giganti ma che messi alla prova dall’Ai corrono il rischio di diventare irrilevanti.
Che quando si parla di intelligenza artificiale le cose non stiano andando benissimo per Redmond e il produttore di chip, lo dicono le cifre.
Secondo il sito XDA-Developers ad un incontro tra dirigenti Microsoft, lo chief financial officer Amy Hood ha mostrato una slide con il numero di utenti Copilot con un grafico che era “essenzialmente una linea piatta” con 20 milioni di utenti. Nella stessa slide un diverso grafico mostrava la crescita di ChatGPT nell’identico periodo di riferimento, una curva sempre più in alto che arriva a 400 milioni di utenti settimanali.
La crescita del chatbot di OpenAI è alle stelle, quella di Microsoft è ferma. La base settimanale di utenti di Microsoft è il 5% rispetto a quella di ChatGPT e non sembra voler crescere. Da notare che gli utenti Windows in tutto il mondo sono circa 1,5 miliardi e sembra che solo l’1% di questi sfrutta Copilot. Si parla tanto di AI, funzioni AI on-device, ecc. ma a quanto pare il consumatore medio di tutto questo sembra interessare poco.
E le cose non vanno meglio per Intel i cui clienti sono legati a vecchie tecnologie piuttosto che a quelle nuove.
Chi pensa ad Intel non ha interesse per l’AI in locale e quindi a sborsare di più per avere macchine con processori in grado di eseguire funzionalità di intelligenza artificiale. Così Intel vende meno del previsto i processori più recenti (quelli con tecnologie AI integrate); al posto di questi ultimi gli utenti preferiscono processori di precedente generazione, senza intelligenza artificiale, semplicemente perché costano meno.
Michelle Johnston Holthaus, presidente della divisione prodotti di Intel, ha spiegato che si vendono bene le CPU Raptor Lake del 2022 e 2023; meno popolari sono le CPU Meteor Lake del 2024 e Lunar Lake del 2025, una situazione che potrebbe spingere Intel a ripensare il suo approccio e offrire future generazioni di CPU a prezzi più bassi, senza proporre per forza funzionalità AI utilizzabili in locale, peculiarità che, almeno per ora, sembrano non interessare gli utenti.
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