Tra le peculiarità della famiglia di sistemi operativi GNU/Linux, la disponibilità di distribuzioni che possono essere sfruttate anche su computer obsoleti, ridando vita a vecchissimi sistemi.
È ora di cominciare a restringere i requisiti e con l’arrivo del kernel Linux 6.15 non saranno più supportati i processori 486 (prodotti dal 1989 al 2007) e i primi Pentium (prodotti dal 1993 al 1999).
Linus Torvalds ha recentemente scritto nella Linux Kernel Mailing List (LKML): “Credo sia davvero arrivato il tempo di abbandonare il supporto i486. Non vi è alcun motivo reale per sprecare un secondo in sforzi per lo sviluppo di tali questioni”.
Ingo Molnár, sviluppatore senior del kernel Linux, spiega: “Nell’architettura x86 abbiamo varie strutture complicate di emulazione hardware x86-32 per supportare antiche CPU a 32-bit che pochissime persone sfruttano con i kernel moderni. Questo collante di compatibilità a volte è anche causa di problemi che fanno perdere tempo, e che potrebbe essere impiegato in altre cose”.
Si tenga presente che non è la prima volta che Torvalds spinge per dire addio al supporto di tecnologie obsolete.; nel 2022, aveva scritto: “Forse dovremmo tagliare la testa al toro e che supportiamo solo x86-32 con ‘cmpxchg8b’ (ossia, Pentium e seguenti); all’epoca, altri sviluppatori avevano insistito per non abbandonare il supporto di vecchie CPU ed è per questo che tutt’oggi il kernel (il nucleo del sistema operativo) le supporta ancora.
Ovviamente è sempre possibile usare vecchie distribuzioni quali Debian 3.0 e Ubuntu 10.04 che supportano persino l’architettura i386, ossia quindi versioni 32-bit x86 delle distribuzioni, quelle legate alle CPU di tipo Pentium.












