La startup AI Perplexity è pronta a mettere sul tavolo 34,5 miliardi di dollari per comprare Chrome. A riferirlo è il Wall Street Journal ma in realtà Chrome non è (ancora) in vendita. Se riconosciuta colpevole di abuso di posizione dominante sul mercato della pubblicità online negli Stati Uniti, Google dovrà vendere il suo prezioso browser. Il giudice non ha per il momento stabilito nulla ma la decisione è attesa a breve.
Di Perplexity interessata a Google Chrome avevamo già riferito tempo addietro: lo aveva reso noto la stessa società AI dalle pagine del Wall Street Journal. Se il giudice confermerà la necessità di vendere, il gruppo di Mountain View dovrà vendere il gioiello della corona per ragioni legate alla concorrenza nell’ambito dei motori di ricerca, un business valutato tra i 20 e i 50 miliardi di dollari.
Non è la prima volta che Perplexity pensa in grande: a inizio 2024 aveva provato ad accaparrarsi TikTok; l’acquisizione del social cinese è stata complicata da pressioni normative, mentre Google non ha mai riferito di voler vendere la gallina dalle uova d’oro Chrome, mossa alla quale ora potrebbe essere costretta se i tribunali ne ordineranno la dismissione.
Dmitry Shevelenko, Chief Business Officer di Perplexity, ha dichiarato a Bloomberg che “fondi d’investimento di primo piano hanno garantito copertura finanziaria totale” per l’operazione. La startup specializzata in AI riferisce di essere non solo pronta ma anche di voler investire oltre tre miliardi di dollari in Chrome e nel progetto open source Chromium entro due anni, con benefici per la concorrenza e degli sviluppatori di terze parti.
Difficilmente Google aprirà spiragli a meno che non si troverà con le spalle al muro, con il dito puntato dall’antitrust. Sundar Pichai, CEO di Google, ha recentemente dichiarato che la vendita forzata di Chrome rappresenterebbe un danno per l’attività del gruppo e impedirebbe di continuare a investire in nuove tecnologie, oltre a evidenziare potenziali rischi sul fronte della sicurezza.
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