Nel 2026 smartphone e PC a causa dell’aumento dei prezzi delle RAM, rischiano di diventare più cari e di vendere meno, con una contrazione del mercato che nel caso dei computer potrebbe arrivare a sfiorare il 9%.
È questo il quadro che emerge da un nuovo rapporto di IDC, che mette in guardia su una crisi globale della memoria destinata ad avere effetti profondi e duraturi sul mercato dei dispositivi consumer.
Che cosa sta succedendo nel mercato della memoria
Secondo l’analisi, la carenza di DRAM e NAND si sta aggravando rapidamente e non rientra nei classici cicli di espansione e contrazione dell’industria dei semiconduttori; non si tratta è una distorsione temporanea ma strutturale.
L’industria della memoria sta vivendo una riallocazione della capacità produttiva, in cui smartphone e PC non sono più il mercato di riferimento come lo sono stati per decenni.
Alla base del problema c’è la crescita impetuosa dell’intelligenza artificiale e delle infrastrutture che la sostengono. La domanda di memoria da parte dei data center AI sta assorbendo una quota sempre maggiore della capacità produttiva globale, spingendo i grandi produttori a privilegiare soluzioni ad alto margine come HBM e moduli di grande capacità per server.
L’impatto sugli smartphone
Ogni wafer destinato ai sistemi AI enterprise è un wafer sottratto ai dispositivi consumer, con effetti diretti su disponibilità e prezzi.
Nel mercato degli smartphone la pressione si traduce in un rischio concreto di contrazione nel 2026. IDC delinea due scenari. In quello moderato, le spedizioni globali potrebbero scendere del 2,9%. In quello più pessimista, il calo arriverebbe al 5,2%.
Parallelamente, sono attesi aumenti dei prezzi medi di vendita: tra il 3 e il 5% nello scenario moderato e tra il 6 e l’8% in quello peggiore. L’impatto sarebbe più forte nella fascia medio-bassa del mercato, dove la memoria incide in modo significativo sui costi e i margini sono già ridotti. Questo scenario mette in discussione la tendenza degli ultimi anni a portare specifiche avanzate anche sui modelli più accessibili.
PC sotto pressione tra prezzi e volumi
Il quadro è ancora più critico per i PC. IDC avverte che nel 2026 il mercato potrebbe contrarsi tra il 4,9% e l’8,9%, un peggioramento netto rispetto alle stime già pessimistiche formulate solo pochi mesi fa. Anche in questo caso, i prezzi medi sono destinati a salire, fino all’8% nello scenario più negativo.
La carenza di memoria si somma a due fattori già delicati: la fine del supporto a Windows 10 e la spinta sugli AI PC. Proprio questi ultimi rappresentano una contraddizione evidente: richiedono più memoria rispetto ai sistemi tradizionali, ma arrivano sul mercato nel momento in cui la RAM è più costosa e difficile da reperire.
Secondo IDC, l’impatto non sarà uniforme. I grandi produttori, grazie a volumi elevati, scorte e accordi di fornitura di lungo periodo, sono meglio posizionati per affrontare la situazione. I piccoli produttori, gli assemblatori locali e il mercato white box risultano invece molto più esposti, soprattutto nei segmenti che richiedono grandi quantità di RAM.












