Cosa si nasconde dietro l’ultimo trend, c’è un pericolo ben più grande: cosa si rischia con i profili Instagram clonati.
L’aumento esponenziale degli account Instagram clonati rappresenta un fenomeno che va ben oltre il semplice fastidio per gli utenti, configurandosi come una seria minaccia per la sicurezza digitale.
Non solo influencer o volti noti, ma anche utenti “comuni” si trovano spesso a dover fronteggiare la comparsa di profili falsi che replicano la loro identità, con conseguenze potenzialmente gravi.
La diffusione e le modalità della clonazione degli account social
Secondo i dati aggiornati, più di un italiano su dieci ha sperimentato almeno una volta la presenza di un account fake che utilizza il proprio nome o le proprie immagini. Questo dato, confermato da esperti di cybersicurezza come Riccardo Meggiato, fondatore di MeggiatoLab, sottolinea come il fenomeno non sia più circoscritto a nicchie limitate ma si stia estendendo a tutta la popolazione digitale.
Meggiato evidenzia due principali modalità di clonazione: la simil-clonazione, in cui il falso profilo è quasi identico all’originale salvo piccole variazioni nel nickname, e l’intrusione vera e propria, che consiste nel completo controllo dell’account, pratica più costosa e complessa. L’assenza dell’autenticazione a due fattori (2FA) rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio, facilitando l’accesso ai truffatori.
Un rapporto del Censis – Deepcyber del 2024 conferma che il 10,7% degli utenti italiani ha scoperto account falsi a proprio nome, il 20,8% ha ricevuto richieste di denaro da contatti online e il 17,1% ha avuto esperienze con persone che si sono presentate con identità false, dati che sottolineano la vastità del problema. La prevenzione è fondamentale per contrastare la clonazione degli account social. Tra le misure più efficaci spicca l’attivazione dell’autenticazione a due fattori, preferibilmente tramite app di autenticazione come Google Authenticator o Microsoft Authenticator, considerate più sicure rispetto agli SMS.

Inoltre, è essenziale utilizzare password complesse, lunghe e variate, evitando combinazioni ovvie o ripetitive come “123456”, ancora tristemente la password più diffusa a livello mondiale. Limitare la condivisione di informazioni personali pubbliche riduce significativamente il rischio che i truffatori possano raccogliere dati utili a replicare l’identità digitale. Un altro aspetto cruciale è la consapevolezza: il fenomeno non riguarda solo chi ha molti follower, ma chiunque possa essere sfruttato per scopi fraudolenti.
Chiunque può diventare vittima, anche gli utenti con profili meno popolari. Riconoscere un profilo falso è un passaggio chiave per evitare truffe o manipolazioni. Tra i segnali più evidenti ci sono biografie incoerenti o che non rispecchiano la personalità dell’utente originale, messaggi diretti con offerte sospette di guadagni facili o richieste di compilazione di sondaggi poco chiari. Anche la presenza di commenti casuali e fuori contesto, utilizzati per simulare un’attività normale del profilo, può indicare un account falso.
Da monitorare con attenzione è anche il rapporto tra follower e seguiti: account che seguono migliaia di persone ma hanno pochi follower reali sono spesso sospetti. Infine, la segnalazione tempestiva degli account fake ai social network è un’arma efficace per bloccare la diffusione di profili clonati. Più segnalazioni riceve un social, maggiori sono le probabilità che il profilo contraffatto venga eliminato, riducendo così il rischio per altri utenti.
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