Su piattaforme quali Spotify e Apple sono presenti almeno 175.000 puntate di podcast realizzati con l’intelligenza artificiale grazie a Inception Point AI, una startup che ha solo otto dipendenti ed è in grado di “sfornare” 3000 puntate a settimana di podcast sugli argomenti più disparati, dalle previsioni meteo locali, ai bollettini sul polline, fino a resoconti dettagliati sull’assassinio di Charlie Kirk e l’impatto culturale di questo evento, per passare a una serie di biografie su Anna Wintour.
A occuparsi dei contenuti da proporre sui podcast sono solo quattro degli otto dipendenti, che selezionando gli argomenti con l’aiuto dell’AI in base alle tendenze di Google e dei social media.
I podcast di Inception Point AI, distribuiti sotto il cappello del network di podcast “Quiet Please” hanno totalizzato 12 milioni di download degli episodi e vantano 400.000 abbonati.
Jeanine Wright, ex direttrice generale di Wondery e CEO di Inception Point, ritiene che lo strumento offerto dall’azienda da lei guidata, è la dimostrazione che l’automazione può rendere il podcasting scalabile, redditizio e accessibile senza bisogno di ricorrere a scrittori, redattori o ospiti umani. “Il prezzo è talmente economico che si possono correre molti rischi”, spiega Wright al sito TheWrap. “È possibile creare un sacco di contenuti e un sacco di generi diversi in precedenza non commercialmente sostenibili, servendo un pubblico enorme per il quale non sono mai stati creati contenuti prima”. Si parla di un costo di 1$ a episodio e grazie all’inserimento di pubblicità programmatica bastano 20 ascolti per ottenere un minimo di profitti, evidenziando la possibilità di puntare su un approccio basato sulla quantità rispetto alla qualità.
Sta diventando normale fruire di contenuti AI
Wright ritiene che presto si arriverà alla creazione di contenuti tutti per default creati con le AI, non solo per i podcast ma anche per quanto riguarda programmi TV, film, pubblicità e immagini. A suo dire nel futuro prossimo per metà della popolazione mondiale sarà del tutto normale avere a che fare con prodotti dell’intelligenza artificiale. I podcast generati automaticamente, a bassissimo costo, senza l’ausilio di esperti su argomenti vari, sono indicati come utili per approfondire aspetti che non tutti vogliono approfondire. Ciò non toglie che questa scelta abbia delle implicazioni etiche, e nel mondo del lavoro, con podcast costretti a chiudere per la mancanza di supporto e altri che si diffondono a macchia d’olio generati da qualche AI in grado di sfornare contenuti a comando.
I podcast sono intanto sempre più popolari; YouTube ha predisposto strumenti per creare video a partire da contenuti solo audio, e anche in Cina il pubblico è sempre più vasto: si prevede che dai 700.000 ascoltatori di cinque anni fa arriverà a fine anno a 150 milioni. In Italia gli ascoltatori di podcast in Italia toccano quota 15,5 milioni.
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