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La Firewire è viva e lotta insieme a noi: torna anche sul MacBook “unibody” più piccolo

Sorridono i due manager che gestiscono la conferenza ristretta con i selezionati giornalisti provenienti da tutto il mondo. Come tradizione di Apple, non possono fornire ufficialmente e pubblicamente il loro nome, ma la giovane ragazza di origini asiatiche responsabile della parte “Mac”, cioè dell’hardware dei portatili, è molto orgogliosa dei risultati raggiunti dal team per il quale lavora.

Il gioiellino è soprattutto il “nuovo” MacBook Pro 13 pollici. Adesso che tutti i portatili pro sono in alluminio, tutti con batterie intelligenti e non sostituibili dall’utente (ma questi può ancora cambiare hard disk e memoria ram), tutti con processori più potenti, una innovativa porta audio in-out singola ma gestibile via software e compatibile con le cuffie di iPhone vecchie e nuove (il 3G S ha microfono e tre pulsanti come le nuove cuffie degli iPod shuffle di ultima generazione), e mille altre novità , la giovane donna di Apple è felice per un altro motivo.

Indica con un certo orgoglio il fianco del MacBook Pro 13 e fa vedere la porta Firewire 800. Non possiamo riportare tra virgolette quello che viene detto, per via della politica di Apple di far rilasciare interviste solo dagli speaker autorizzati, ma si può intuire l’orgoglio di aver rimesso al centro una tecnologia che in molti avevano anzitempo e senza troppo riflettere cominciato a ritenere sull’orlo della dismissione.

In realtà  non è la prima volta che il Firewire “risorge” dalle sue ceneri. Era successa la stessa cosa quando venne presentato il MacBook Air (che ha ricevuto un interessante aggiornamento e ritocco di prezzo durante questa lunga presentazione da parte di Phil Schiller) ed era successo quando era arrivato il MacBook 13 in alluminio monoblocco che oggi è stato “upgradato” a MacBook Pro 13.

La Firewire non è una tecnologia “morta” e, a quanto pare, ci farà  compagnia ancora per un bel po’. Sarà  possibile continuarla ad usare sia per avere “target mode” tra due macchine, avvio da dischi esterni, backup e trasferimenti dati più veloci, connessioni video e audio più rapide e sicure rispetto a quelle di apparecchi consumer basati su Usb.

Adesso, la presenza di un canale Firewire 800 (che con qualche adattatore di ridotte dimensioni può essere utilizzato anche per connessioni “asimmetriche” con apparecchi basati su Firewire 400) rende la fiducia a quelli che avevano temuto e dubitato. La Firewire c’è, e potremo usarla ancora per lungo tempo.

firewire ancora

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