Questo sito contiene link di affiliazione per cui può essere compensato

Home » News » Google porta l’AI in auto, così Apple rischia di perdere anche il cruscotto

Google porta l’AI in auto, così Apple rischia di perdere anche il cruscotto

Ecco un altro ambito in cui il ritardo di Apple sull’intelligenza artificiale e nel rinnovamento di Siri rischia di avere conseguenze pesanti: l’auto. L’allarme in casa Cupertino suona forte dopo l’annuncio di Google sul lancio di una versione di Gemini, il suo assistente AI evoluto, anche su Android Auto, il principale (anzi unico) concorrente di CarPlay.

Il copilota AI di Google è in arrivo

Secondo quanto comunicato da Google stessa, il sistema (che debutterà in USA) integrato nel cruscotto diventerà un vero “co-pilota” (curioso l’ammiccamento al Copilot di Microsoft), con Gemini capace di interagire vocalmente in modo molto più naturale rispetto all’attuale Assistente Google.

Gemini su Android Auto potrà leggere e rispondere a messaggi, spiegare mail complesse, riassumere contenuti ricevuti durante la guida, suggerire azioni e interagire con le app in modo contestuale.

L’AI, spiega Google, deve diventare una funzione quotidiana, capace di integrarsi nella routine di chi guida, così come oggi avviene con i comandi vocali per la navigazione o la musica.

Gemini Live trasforma l’auto in un vero assistente personale

Con Gemini nella visione di Google, l’auto smette di essere un semplice proiettore di notifiche o un’estensione dello smartphone e diventa un luogo dove conversare in modo naturale con un’intelligenza artificiale realmente utile. L’assistente non si limita a eseguire comandi vocali, ma capisce il contesto, ricorda le preferenze e riesce ad agire su più livelli contemporaneamente.

A detta di Google, non sarà più necessario “dettare” i messaggi in modo rigido. Come ha spiegato l’ingegnere Ryan Brady a Motor Trend: “Posso semplicemente dire: ‘Ehi, manda un messaggio a Tim chiedendogli dove vuole incontrarsi per pranzo e digli il mio orario di arrivo’. Non c’è bisogno di scandire ogni parola.” Un cambio di paradigma rispetto all’approccio attuale, dove ogni comando richiede una formula precisa e poco flessibile.

Gemini in Android Auto riesce anche a gestire richieste complesse in una sola frase, come cercare ristoranti secondo criteri descrittivi e inviare messaggi nello stesso flusso. Il sistema può anche accedere ad app come YouTube Music con una naturalezza sorprendente: “Riproduci quella canzone che ha vinto il Grammy nel 1996.” Un comando vago per un essere umano, ma sufficiente per Gemini, che lo interpreta grazie alla sua comprensione semantica.

macitynet.it

Ricorda le tue preferenze

Uno degli elementi più innovativi è la memoria contestuale. L’utente può dire una volta sola: “Ogni volta che mando un messaggio a Carlos, fallo in spagnolo.” Da quel momento in poi, Gemini tradurrà automaticamente i messaggi in spagnolo per Carlos, anche se chi parla non conosce la lingua. Una funzionalità impossibile, oggi, su CarPlay con Siri.

Lo stesso vale per le informazioni personali: “Qual era il ristorante di cui mi parlava mia moglie via mail il mese scorso?” Gemini è in grado di cercare nella posta Gmail e restituire risposte pertinenti, in un flusso naturale. Il tutto senza bisogno di ripetere “Hey Google” ogni volta: le conversazioni saranno continue, fluide, simili a una vera interazione umana.

Dall’auto alle idee per la vacanza

Google immagina l’auto come un nuovo spazio cognitivo. Mentre si guida, sarà possibile fare brainstorming, pianificare una vacanza o perfino cercare ispirazioni culinarie. Secondo Brady, l’obiettivo è sfruttare il tempo in auto per arricchire le proprie giornate con contenuti personalizzati, in modo conversazionale.

In attesa che questa funzione arrivi su Android Auto entro la fine dell’anno, è già possibile provarla su smartphone o PC. Si chiama Gemini Live.

CarPlay: un sistema chiuso che rischia di restare indietro?

Se le promesse di Google si concretizzeranno, CarPlay rischia seriamente di apparire come un prodotto antiquato e poco utile, soprattutto perché ancora fondato su Siri, un assistente vocale da tempo considerato il vero punto debole dell’interfaccia Apple e .

La sua scarsa utilità diventa ancora più evidente nel contesto dell’auto: Siri non è in grado di integrarsi né di interagire in modo profondo con le applicazioni — una funzione annunciata da Apple lo scorso anno, prevista per la primavera del 2024, ma poi messa da parte in attesa di tempi migliori quando è stato chiaro che era impossibile mantenere le promesse.

Carplay tutto suQuesto limita fortemente le potenzialità di CarPlay rispetto ad Android Auto con Gemini, che invece promette un’interazione diretta con le app. Potremo, ad esempio, chiedere al sistema di riassumere una mail o leggere in modo intelligente le notifiche. Con Siri, tutto questo oggi  e per un bel po’ sarà impossibile.

Apple potrebbe colmare questo gap con la prossima versione di iOS, prevista per la primavera 2026, quella in cui debutterà davvero Apple Intelligence. Ma la domanda è: dove saranno, a quel punto, Android e Android Auto?

Offerte Apple e Tecnologia

Le offerte dell'ultimo minuto le trovi nel nostro canale Telegram

Le migliori offerte BLACK FRIDAY con macitynet.it

Pubblicità
Pubblicità

Ultimi articoli