iOS Backup Machine è un dispositivo open source: si tratta di un piccolo scatolotto che sfrutta logica derivata dal Raspberry Pi Zero, pensato per effettuare il backup di un iPhone senza bisogno di sfruttare un PC dotato di iTunes o a un Mac.
Gli ideatori del progetto spiegano che quando si collega un iPhone al dispositivo, il sistema avvia automaticamente il backup sullo storage in locale, senza bisogno dunque di passare da iCloud, iTunes o dal Finder di macOS.
Il dispositivo di backup non ha bisogno di strumenti o computer Apple; tutti i backup rimangono archiviati sulla microSD e possono essere ripristinati con strumenti di libimobiledevice.
Tra le funzionalità chiave (qui i dettagli): la possibilità di eseguire backup appena si collega l’iPhone, un display e-ink (250 x 122 pixel) che mostra l’andamento, stato ed eventuali errori; il prodotto è indicato come sicuro perché le funzioni di cifratura usate sono quelle dell’iPhone; non è richiesta connessione a internet, Apple ID o il passaggio da iTunes.
Per funzionare è sufficiente accendere l’iOS Backup Machine, attendere l’avvio e collegare l’iPhone. Se necessario, sul display appare la richiesta di collegare il telefono, sbloccarlo; il display mostra lo stato di avanzamento del backup con tanto di percentuale. Alla fine della procedura un messaggio indica se la procedura è andata a buon fine con indicazione di data e ora. Sullo schermo del dispositivo appare il nome del proprietario (dato che continua a essere mostrato anche dopo lo spegnimento o in caso di scollegamento dell’alimentazione).
Se si scollega l’iPhone durante la fase del backup, la procedura si ferma in sicurezza e sullo schermo appare l’indicazione di data e ora dell’interruzione. Premendo il pulsate PiSugar UPS appare per 10 secondi l’indicazione dell’ultimo backup e la memoria di archiviazione disponibile (dopo altri 10 secondi queste indicazioni scompaiono). Gli ideatori riferiscono che altre idee sono in arrivo.
Il dispositivo non esegue i backup se la batteria non è almeno al 30% e lo spegnimento (anche in caso di errore) avviene in sicurezza; sono state implementate funzionalità per impedire la corruzione dei dati in caso di disconnessioni impreviste.
L’installazione del software richiede alcune conoscenze tecniche, ma se si ha dimestichezza con alcuni comandi, tutto dovrebbe procedere senza intoppi. Le istruzioni disponibili sembrano piuttosto dettagliate. L’idea è interessante e dovrebbe piacere a chi non vuole lasciare i propri dati (cifrati) sui server Apple, o a chi non vuole pagare un abbonamento iCloud. Rimane la questione della sostenibilità a lungo termine: il progetto è per ora ben supportato, ma non è da escludere he un giorno Apple decida di interromperne la compatibilità o impedisca il funzionamento di alcuni strumenti per motivi di sicurezza.

Hardware e costi
L’hardware è costituito da una scheda Radxa Zero 3W, che ha lo stesso form faftor del eRaspberry Pi Zero ma che sfrutta un chip più veloce e memoria eMMC integrata da 8 GB, uno schermo eINK, un sistema di batterie per prevenire interruzioni di corrente durante i backup, un lettore di schede microSD e un case stampato in 3D. Tenendo conto dei componenti, chi è in grado di farlo dovrebbe poterlo assemblare con meno di 100 euro.

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