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La sentenza App Store funziona, Fortnite torna primo e Spotify cresce

La sentenza del tribunale che ha imposto ad Apple di aprire App Store agli sviluppatori che lo desiderano la possibilità di vendere direttamente acquisti in app, funziona. Almeno dal punto di vista di chi ha combattuto per questo.

In particolare dovrebbe essere Epic ad esultare. Dopo anni di polemiche, cause miliardarie e appelli pubblici, a pochi giorni dall’attuazione dell’ingiunzione che ha obbligato Apple a consentire pagamenti esterni nelle app iOS e poi ad accettare di nuovo l’app, Fortnite è in vetta alle classifiche di App Store Usa.

Fortnite è di nuovo primo

La nuova versione di Fortnite per App Store americano presenta agli utenti due opzioni ben distinte quando si acquistano i V-Bucks: da un lato il sistema di pagamento integrato di Apple, dall’altro un link al sito di Epic, che si apre in Safari e garantisce un bonus del 20% in Epic Rewards.

Un’iniziativa impensabile prima della sentenza, quando Apple proibiva qualsiasi tipo di incentivo o alternativa visibile al proprio sistema ed evidentemente qualche cosa di gradito a chi ama il gioco.

App Store, la sentenza funziona, Fortnite torna primo e Spotify cresce - macitynet.it
Appena tornato su App Store in USA Fortnite di Epic Games è primo in classifica

Il primo posto nella classifica dei giochi gratuiti sull’App Store USA potrebbe essere visto per ora solo come un traguardo simbolico ma comunque potentissimo, che certifica l’impatto immediato delle nuove regole.

Il ritorno del gioco, come sappiamo, è tutt’altro che stabile: Fortnite è disponibile solo negli Stati Uniti, e resta fuori sia dal Mac App Store che da gran parte del mercato internazionale.

In più Apple ha già chiesto la sospensione dell’ingiunzione, e in caso di vittoria in appello, Epic rischia di essere nuovamente esclusa. Ricordiamo che la soluzione per Epic, il cui account sviluppatore originale è ancora sospeso, è passata dalla Svezia: l’azienda ha usato la sua sussidiaria europea, già abilitata grazie al Digital Markets Act per uno store alternativo, per pubblicare Fortnite anche negli Stati Uniti.

Il CEO di Epic Games non capisce perché Apple non abbia ancora approvato Fortnite sull'App Store - macitynet.it
Il CEO di Epic Games non capisce perché Apple non abbia ancora approvato Fortnite sull’App Store

Spotify, Patreon e la rivoluzione dei link

A proposito di Svezia anche Spotify, altra grande accusatrice di Apple, è stata beneficiata dalle nuove regole. Grazie alla possibilità di inserire link esterni, Spotify ha potuto mostrare nell’app iOS informazioni chiare su prezzi e promozioni, con collegamenti diretti all’acquisto via Safari.

Una svolta che ha reso più semplice anche la vendita di audiolibri e ha permesso all’azienda di lanciare innovazioni di prodotto che, a suo dire, “non sarebbero mai state possibili senza l’ingiunzione”. Nelle due settimane successive all’aggiornamento, così le conversioni su iOS sono aumentate sensibilmente mentre su Android, dove i link c’erano già, invece tutto è rimasto stabile.

Questo suggerisce fortemente che l’aumento è dovuto al fatto che Apple ha finalmente rispettato l’ingiunzione”, ha spiegato Spotify, sottolineando come la nuova libertà d’azione abbia già prodotto “benefici sostanziali per gli sviluppatori e – ancora più importante – per i consumatori”.

Soundiiz trasferisce le playlist tra Apple Music, Spotify, YouTube
Screenshot

E ora tocca agli altri: Netflix, YouTube, Meta e Microsoft

Con Fortnite e Spotify a fare da apripista e ad avere successo, ora l’attenzione si sposta sugli altri grandi attori dell’economia delle app. Interessante ed esemplificativa la posizione di Microsoft. L’azienda ha aveva intenzione di debuttare con un negozio Xbox già nel corso del 2024, ma ora sfruttando l’apertura regolamentare in Europa e i segnali di cambiamento arrivati ora anche dagli Stati Uniti sta valutando le opzioni.

In un recente documento di Microsoft a sostegno di Epic Games contro Apple, l’azienda ha ribadito come “scelta, innovazione e concorrenza” siano condizioni fondamentali per costruire un ecosistema più aperto e spiega di essere tornata a valutare l’idea di un suo negozio e di un’app che permetta di giocare via cloud. In questo momento però resta alla finestra in attesa della sentenza definitiva per non sprecare risorse nel caso di una vittoria in seconda battuta di Apple.

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Netflix, è un altro grande protagonista potenzialmente interessato alla sentenza. La più grande piattaforma video del mondo ha sempre tenuto una posizione critica rispetto alle politiche di Apple, al punto da disabilitare gli abbonamenti in-app su iOS già dal 2018. Ora, con l’obbligo per Apple di consentire link esterni, l’azienda potrebbe finalmente reintrodurre un percorso semplificato per gli utenti iPhone e iPad, offrendo magari promozioni o contenuti esclusivi direttamente dal proprio sito.

 

Anche YouTube (di Google) ha una posta in gioco altissima, considerato che YouTube Premium è una delle sottoscrizioni più spinte sulla piattaforma. Le commissioni di Apple hanno sempre frenato la spinta commerciale sull’app iOS, ma ora i link esterni potrebbero cambiare gli equilibri.

Meta, dal canto suo, ha più volte denunciato pubblicamente il modello chiuso dell’App Store, in particolare per quanto riguarda i creator e gli acquisti in-app su Instagram e Facebook. È quindi probabile che anche il colosso di Zuckerberg stia valutando come sfruttare la nuova cornice normativa.

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Immagine Netflix

In campo ci potrebbero anche essere realtà come Match Group — la società dietro Tinder, Hinge e OkCupid — che hanno già combattuto battaglie legali contro Apple e Google proprio sul terreno delle commissioni. In Europa, Tinder ha già iniziato a testare link esterni grazie al Digital Markets Act. Ora, con il precedente americano, potrebbe estendere il modello anche negli Stati Uniti.

Infine vale la pena di notare l’azione di Stripe. La piattaforma di pagamenti ha colto al volo l’occasione e ora offre strumenti dedicati per integrare link esterni in app iOS, con tanto di interfacce ottimizzate e supporto legale per conformarsi alle regole dell’App Store.

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