Microsoft sta attraversando una nuova fase di riorganizzazione interna che coinvolge in modo particolare il settore gaming – Xbox, ed è proprio in queste divisioni che sembra concentrarsi una nuova, imponente ondata di licenziamenti. L’obiettivo è sempre quello di contenimento dei costi ed efficientamento aziendale.
Solo nell’ultima tornata, circa 9.000 posti di lavoro sono stati tagliati a livello globale, pari a circa il 4% della forza lavoro complessiva dell’azienda. Questi interventi arrivano dopo altri tagli significativi avvenuti nei mesi scorsi e coinvolgono più settori oltre al gaming, tra cui vendite, ingegneria software e marketing.
Nel settore videoludico, l’impatto si è fatto sentire soprattutto presso King, il noto sviluppatore di giochi mobile acquisito con Activision Blizzard, dove è stato ridotto circa il 10% del personale, pari a circa 200 lavoratori. Altri tagli hanno colpito il team marketing di ZeniMax Media sia a Londra che a Rockville in USA, mentre ulteriori riduzioni sono attese anche per altri team Xbox, sempre negli Stati Uniti.
Si tratta del quarto round di licenziamenti Microsoft in meno di due anni nel comparto gaming. Il primo, ricordiamo, è avvenuto nel gennaio 2024 ed aveva interessato circa 1.900 dipendenti, seguito poi dalla chiusura di tre studi sotto l’etichetta ZeniMax Media, tra cui Arkane Austin e Tango Gameworks. Quest’ultimo è stato successivamente salvato grazie a un’acquisizione da parte di Krafton, la casa madre di PUBG.
Ancora, nel mese di settembre dello scorso anno, erano stati tagliati altri 650 posti, ancora una volta soprattutto all’interno di Activision Blizzard – King. Phil Spencer, CEO di Microsoft Gaming, ha inviato un messaggio ai dipendenti nel quale spiega i nuovi licenziamenti sono parte di un piano per garantire il successo a lungo termine, concentrandosi sulle aree con maggiore potenziale strategico.
Nel frattempo, la spinta di Microsoft verso l’intelligenza artificiale continua a influenzare le scelte operative della società. Sebbene l’azienda non abbia esplicitamente collegato questi tagli all’adozione dell’AI, molti osservatori notano che le mansioni automatizzabili — come quelle di alcuni sviluppatori software — sono tra le più colpite.
Allo stesso tempo, Microsoft ha investito cifre record, fino a 80 miliardi di dollari nell’ultimo anno fiscale, per potenziare la propria infrastruttura cloud e i data center, proprio per sostenere la crescente domanda di AI.
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