L’approccio di Apple con l’Intelligenza Artificiale AI è stato da molti criticato. Per anni gli analisti hanno accusato Cupertino di essere indietro rispetto ad aziende rivali quali Microsoft, Meta e OpenAI che hanno versato miliardi in ricerca e infrastrutture dedicate all’AI ma ora la situazione si sta ribaltando e vari analisti plaudono l’approccio cauto di Apple, scelta che potrebbe rivelarsi una strategia vincente.
La scorsa settimana è circolata una voce secondo la quale Apple e Google sarebbero vicine all’accordo che dovrebbe permettere di sfruttare l’AI di Big G in Siri con l’update al futuro iOS 26.4. Secondo le indiscrezioni, Google avrebbe predisposto un modello AI personalizzato in base alle richieste di Apple per permettere a quest’ultima di offrire nuove funzionalità con Siri.
Apple avrebbe accettato di pagare un miliardo di dollari all’anno per la collaborazione, molto meno dei 20 miliardi che Google paga ad Apple per rimanere come motore di ricerca di default in Safari. Apple può sfruttare il suo ecosistema per integrare funzionalità AI senza gli oneri finanziari che devono sobbarcarsi i concorrenti.

L’iPhone resta la risorsa più importante in questa strategia, fungendo sia da prodotto, sia da piattaforma per esperienze AI, permettendo all’utente di sfruttare app di terze parti, l’integrazione di sistema con ChatGPT o funzionalità sviluppate da Apple.
La Mela controlla hardware, software, servizi, scegliendo le modalità di fruizione delle funzionalità AI su larga scala, tenendo sotto controllo la privacy degli utenti e lo svolgimento delle attività, una flessibilità che altre aziende non possono vantare.
Ritorni incerti e segnali di bolla con l’AI
Bloomberg fa notare che gli investitori stanno iniziando a considerare la scelta di Apple vincente: da mesi le enormi spese per l’AI stanno affondando le trimestrali di aziende come Meta e Microsoft, con investitori preoccupati sui tempi di ritorno, un contesto nel quale gli investimenti mirati di Apple appaiono più sensati. Le spese in conto capitale di Apple per l’anno fiscale ammontano a circa 14 miliardi di dollari, una frazione rispetto ai 94 miliardi da Microsoft o ai 70 miliardi di Meta proiettati nel 2025.
Questo gap ha messo al sicuro Apple dalla volatilità che ha colpito i titoli più esposti all’intelligenza artificiale, con i vari colossi AI che hanno perso complessivamente tra 800 miliardi e quasi 1.000 miliardi di dollari di capitalizzazione, quello che da molti è visto come un primo segnale di bolla, con crepe sempre più evidenti.

Apple deve sicuramente affinare il suo approccio con l’AI ma ha forse visto giusto, non lasciandosi trascinare in spese eccessive e aspettative esagerate, una strategia disciplinata, prudente e arguta, quello che ora molti analisti vedono come un modo più corretto di approcciarsi all’AI.
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