Apple ha fatto un passo falso nella gestione delle previste novità per Apple Intelligence e Siri; il CEO Tim Cook in persona avrebbe dovuto metterci la faccia, fornire spiegazioni e l’azienda non limitarsi a offrire vaghe e generiche indicazioni alla stampa.
Ad affermarlo è l’analista Ming-Chi Kuo, tornando a sua volta sulle critiche di John Gruber, esperto del mondo Apple che pochi giorni addietro ha criticato duramente Cupertino per i ritardi nello sviluppo di nuove funzionalità per Apple Intelligence e funzionalità personalizzate di Siri.
Kuo ricorda il caso del cosiddetto “Antennagate” con l’iPhone 4 del 2010: poco dopo il lancio di quest’ultimo modello, alcuni utenti lamentavano problemi di ricezione quando si teneva il telefono in un certo modo. Problemi gravi secondo vari utenti e diversi siti specializzati, in grado di azzerare le «tacche» di ricezione (e rendere impossibili chiamate e messaggi) quando si impugnava l’iPhone stringendo i lati. Steve Jobs prima minimizzò il problema ma poi fece mea culpa, dichiarando «Non siamo perfetti» e offrì custodia in regalo (la custodia eliminava il problema causato dall’impugnatura) o il rimborso totale per tutti.
Secondo Kuo, insomma, Tim Cook (o un altro importante dirigente dell’azienda) avrebbe dovuto seguire l’esempio di Jobs, offrendo agli utenti spiegazioni precise e puntuali. “Non è possibile sviluppare grandi servizi AI dall’oggi al domani e il ritardo di Apple Intelligence è del tutto comprensibile”, scrive Kuo.

E ancora: “Apple ha annunciato Apple Intelligence alla WWDC lo scorso anno, anche se sapeva che non poteva essere completata secondo i tempi previsti, un approccio che non si è rivelato una buona mossa ma comprensibile tenendo conto della pressione del consiglio di amministrazione e degli azionisti”.
“La cosa peggiore è che quando è arrivato il momento di ammettere che lo sviluppo di Apple Intelligence (Siri) non stava andando come previsto, Apple ha scelto di dare la notizia sfruttando canali non ufficiali. È così che l’azienda di maggiore valore al mondo gestisce una crisi di PR” (danni di immagine per le pubbliche relazioni, ndr).
“Cosa avrebbe dovuto fare Apple? Le modalità con le quali Steve Jobs ha personalmente gestito a suo tempo il danno di immagine con l’Antennagate di iPhone 4 sono un ottimo esempio”.
Cook nel 2012 chiese personalmente scusa per problemi riscontrati nell’app Mappe, servizio che all’epoca si era rivelato con all’altezza delle attese.












