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Apple Pay non funziona più in Russia dopo le sanzioni USA e UE

Servizi come Apple Pay e Google Pay non sono più utilizzabili in Russia per via delle sanzioni predisposte da USA e UE contro Mosca, misure che colpiscono – tra le altre cose – banche e attività russe.

Stando a quanto riferisce la Banca centrale di Russia, gli istituti di credito toccati dalle sanzioni sono VTB Group, Sovcombank, Novikombank, Promsvyazbank e Otkritie.

Business Insider riferisce che gli utenti russi non sono in grado di usare le carte di credito all’estero e sfruttarle per i pagamenti online nei siti di nazioni che hanno introdotto le sanzioni.

L’invasione russa in Ucraina ha scatenato un effetto “cigno nero” sul mercato (un evento non previsto che ha effetti rilevanti e che, a posteriori, viene inappropriatamente razionalizzato e giudicato prevedibile con il senno di poi), con una ondata di vendite di titoli Apple, di altre aziende IT e Bitcoin.

Il sito Appleinsider fa notare che se gli Stati Uniti bloccheranno la vendita di hardware e software verso gli Stati Uniti, questa scelta avrà impatto su qualsiasi azienda che opera in Russia. Apple, ad esempio, non potrebbe più vendere iPhone, offrire aggiornamenti di sistema e l’App Store.

Il 52% dei pagamenti da smartphone avviene con Apple Pay

Si vocifera che la Russia ha intenzione di sfruttare le criptovalute per aggirare le sanzioni economiche, ricorrendo al cosiddetto rublo digitale e al ransomware. Nel 2014, dopo l’invasione della Crimea, scattarono sanzioni che portarono a un crollo immediato dell’economia russa (gli economisti stimarono i danni in 50 miliardi di dollari l’anno) e alla crescita del mercato delle criptovalute e di altri strumenti digitali.

La Russia potrebbe aggirare varie sanzioni ricorrendo alle valute digitali per effettuare trasferimenti di denaro dalle banche, bypassando gli accordi internazionali. Come noto, le transazioni di criptovaluta vengono annotate sfruttando blockchain che rendono queste attività invisibili. Nel 2020 rappresentanti della banca centrale russa avevano parlato del “rublo digitale” come una valuta in grado di rendere la nazione meno legata al dollaro USA e più libera, permettendo opporsi indirettamente alle sanzioni.

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