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Steve Jobs valutò l’ipotesi di abbandonare il mercato pro

Steve Jobs pensò seriamente di abbandonare quella che possiamo definire in questa sede la linea ” Apple Pro “, ovvero tutti i prodotti della Mela più orientati ad un mercato professionale. La notizie arriva da Ken Sagall, storico collaboratore di Apple in TBWAChiatDay, l’agenzia responsabile di tutti i principali successi pubblicitari della Mela, da “1984” a “Think Different”. Sagall rivela che l’idea di Jobs contro la linea Apple Pro nacque più o meno quando l’iMac si affermò come il prodotto della riscossa della Mela, capace di portare Apple fuori dal tunnel della crisi degli anni ’90.

L’idea di Jobs era molto pratica: il mercato consumer è virtualmente illimitato e scalabile, mentre quello professionale è più un mercato di nicchia, con una profittabilità dunque limitata. Jobs non tagliò mai la testa alla line Apple Pro, ma dalle considerazioni di Sagall è evidente come nel corso del tempo la clientela di professionisti sia stata sempre più messa in un angolo dalle decisioni di Apple: basti pensare ad Aperture, che non viene aggiornato da 2010 e all’abbandono del MacBook Pro da 17 pollici o alla criticata mutazione da Final Cut Pro 7 a Final Cut Pro X, con quest’ultimo criticato quasi all’unanimità da parte dei professionisti del montaggio video.

Secondo Sagall (ma probabilmente è l’opinione di chiunque abbia seguito l’evoluzione della linea Apple Pro), la strategia di Steve Jobs e di Apple è quella di rendere i prodotti “pro” molto più accessibili a quella fascia di pubblico che viene ormai definita “prosumer” ovvero non solo i professionisti ma semplicemente gli appassionati più esigenti. Questo cambio di rotta ha sicuramente scontentato chi faceva affidamento in maniera eminentemente professionale sui prodotti della Mela, ma ha permesso un ampliamento del mercato ricettivo, rendendo un po’ meno “pro” la linea Apple Pro.

La stessa filosofia – sempre secondo il pubblicitario – è stata dunque seguita per la realizzazione del nuovo Mac Pro cilindrico, ovvero un computer “prosumer”, che scontenterà i professionisti duri e puri, che necessitano di massima espandibilità modulare e non vogliono alcun compromesso sulle performance, ma che sarà in grado di conquistare un mercato complessivamente più esteso grazie al suo design più attraente e a caratteristiche capaci di soddisfare chi pretende di più ma non richiede una macchina “pro” al 100%.

Indubbiamente oggi la particella “pro” all’interno del catalogo di prodotti Apple possiede un significato decisamente diverso rispetto al passato, ed è molto probabile che, per una parte della storica clientela Apple Pro, quella particella ormai non sia più l’abbreviazione di “professional” ma appunto di “prosumer”, così come voluto da Steve Jobs.

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