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Secondo Google Apple vende la privacy come un bene di lusso

Il rispetto della privacy non può essere un «Bene di lusso», disponibile «Solo per le persone che possono permettersi di acquistare prodotti e servizi di alta gamm»”, riferisce Sundar Pichai in un suo editoriale per il New York Times.

Il CEO di Google sembra fare riferimento ad Apple senza nominare mai il produttore. La privacy per i dati deve essere disponibile per tutti in tutto il mondo. Apple, come noto da tempo, conduce una sua battaglia per il rispetto della privacy, e il CEO Tim Cook, intervenendo a ottobre dello scorso anno nel corso della conferenza Debating Ethics, organizzata dalla Commissione Europea, è arrivato a parlare di allarme sorveglianza, criticando i le società che fanno profitti sfruttando le dinamiche negative della tecnologia.

Per quanto riguarda Google, il motore di ricerca viene utilizzato dagli utenti per i suoi servizi, monitorando l’utilizzo per perfezionare la visualizzazione di annunci pubblicitari. Il dibattito in corso sulla privacy spinge il gruppo a fare di più: Android Q, a quanto pare, contiene una cinquantina di nuove funzionalità e modifiche per gestire meglio la raccolta di informazioni.

Sundar Pichai
Sundar Pichai

Sundar Pichai afferma che Google è sempre stata desiderosa di proteggere i dati dei suoi utenti «È uno delle più grandi questioni dei nostri tempi», dice affermando ora che «Google non venderà mai alcuna informazione personale a terzi; siete voi a decidere quali informazioni consentire di usare».

Molti siti web e app utilizzano i servizi di Google per migliorare i propri contenuti. Big G spiega di utilizzare le informazioni condivise da siti e app per fornire, mantenere e migliorare i propri servizi, sviluppare nuovi servizi, valutare l’efficacia della pubblicità, proteggere da attività fraudolente e illeciti, nonché per personalizzare i contenuti e gli annunci che vengono mostrati su Google e sui relativi siti e app partner.

L’Europa ha innalzato gli standard per le norme sulle privacy con la General Data Protection Regulation (GDPR). «Riteniamo che gli Stati Uniti trarrebbero benefici nell’adottare la stessa strategia di ampia portata con normative sulla privacy e abbiamo esortato il Congresso a promulgare la legge». «La legislazione ci aiuterà ad agire garantendo che privacy e protezioni siano disponibili per sempre più persone in tutto il mondo», dice ancora Pichai, «Ma non aspettiamo. Abbiamo la responsabilità di guidare il processo e lo faremo con lo stesso spirito con il quale l’abbiamo sempre fatto, offrendo prodotti in grado di garantire a tutti la privacy».

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