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Google ha sviluppato un algoritmo per insegnare ai robot a camminare da soli

I robot hanno già ora e avranno sempre più un ruolo centrale nelle vite di molte persone, ma operazioni semplici per noi possono essere complicate per i robot in generale (macchine in grado di operare in modo autonomo), inclusa la possibilità di camminare nell’ambiente circostante senza suggerimenti o interventi umani.

La possibilità di muoversi senza bisogno di aiuto esterno potrebbe diventare realtà grazie a ricercatori di Google Robotics che sono riusciti ad addestrare un robot con quattro gambe facendo in modo che possa capire da solo come muoversi avanti, indietro, girare e camminare in vari contesti. In precedenza, movimenti di questo tipo erano testati in ambienti virtuali: una modalità di addestramento che impedisce possibili danni all’automa ma è dispendiosa in termini di tempo e piuttosto arzigogolata.

I ricercatori hanno ora cominciato a studiare addestramenti basati su ambienti reali e le tantissime variazioni possibili, facendo in modo che l’automa adattasse la modalità di cammino anche su terreni irregolari. L’intervento umano è ancora necessario nelle fasi di training per risolvere alcuni problemi ma il sistema ideato è stato in grado di “comprender” da soli in che modo camminare su potenziali territori da esplorare, limitando la necessitò di intervento.

Google ha sviluppato un algoritmo per insegnare ai robot a camminare da soli

Il lavoro del team di Big G è partito da una precedente ricerca condotta un anno addietro, quando il gruppo si era messo alla ricerca di soluzioni teoriche per fare in modo che un automa imparasse dal mondo reale; in altre parole fare in modo che l’apprendimento avvenisse dal vero e non mediante simulazioni virtuali, ripetute finché l’algoritmo sia considerato piuttosto robusto da consentire al robot di muoversi in sicurezza.

Esistono situazioni nel mondo reale difficili da programmare con modelli predefiniti; la Technology Review del Mit indica, ad esempio la presenza di ghiaia o elementi estranei al passaggio dell’automa.

Da qui l’idea (i dettagli in questo documento in PDF) di far “crescere” l’algoritmo da solo, direttamente alle prese con il mondo reale, con discese, ostacoli, inclinazioni varie che permetteranno di imparare in fretta… un po’ come un bambino che muove i primi passi: cade, si rialza e ricomincia con più voglia di prima arrampicandosi, gattonando, piegando, flettendo e migliorando giorno dopo giorno, fino a diventare autonomo nel movimento.

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