A New York quando Panos Panay, vicepresidente Amazon per i dispositivi e servizi, ha presentato il nuovo Echo Studio, ha usato parole nette: “Abbiamo il miglior altoparlante mai realizzato per le sue dimensioni, nella storia. È la mia opinione, ma l’ho confrontato ovunque ed è così“.
Una dichiarazione audace per un dispositivo che costa 239,99 euro, il 40% più piccolo del modello precedente ma con prestazioni audio superiori. La vera novità però è Alexa Home Theater, il sistema che permette di collegare fino a cinque dispositivi Echo (Studio o Dot Max) con Fire TV per creare un impianto surround completo in pochi minuti, senza cavi e senza installazione professionale.
L’idea di usare smart speaker come sistema home theater non è nuova, ma Amazon promette di averla finalmente resa accessibile e funzionale. Sistemi surround tradizionali richiedono investimenti di migliaia di euro, competenze tecniche per l’installazione, cavi da passare nelle pareti o nascondere sotto i tappeti. Con Alexa Home Theater basta collegare gli altoparlanti alla rete Wi-Fi e Alexa si occupa automaticamente di tutto, sintonizzandoli in base alla stanza. Il risultato dovrebbe essere un audio Dolby Atmos coinvolgente per film, serie TV e contenuti in streaming senza la complessità tipica degli impianti tradizionali.
A New York lo abbiamo provato nella saletta per le demo allestita all’interno dello spazio prenotato dall’azienda vicino a Canal Street, dove ha fatto la presentazione mondiale dei nuovi prodotti. La resa sonora è sorprendente: certo l’ambiente era pensato apposta per fare il meglio possibile, ma in ogni caso ha una presenza audio davvero notevole anche con gli Echo Dot Max, mentre con gli Studio diventa letteralmente esplosiva.
Echo Studio: più piccolo, più potente
La novità che molti vorranno mettersi in casa è il nuovo Echo Studio. Una piccola meraviglia di ingegneria acustica, a nostro avviso. Nonostante le dimensioni ridotte (6 pollici di altezza), integra tre driver full-range posizionati strategicamente e un woofer molto più grande di quello presente in Echo Dot Max. Il design sferico è stato completamente ripensato: il tessuto intrecciato in 3D garantisce la massima trasparenza acustica, mentre l’eliminazione del modulo speaker separato permette di integrare l’altoparlante direttamente nella scocca. Questo accorgimento raddoppia lo spazio d’aria disponibile per i bassi, rendendo il suono più pieno e corposo.
La caratteristica distintiva di Echo Studio resta il supporto per audio spaziale e Dolby Atmos, tecnologie che creano un effetto surround anche con un singolo dispositivo. I tre driver full-range sono posizionati in modo da diffondere il suono in tutte le direzioni, mentre il woofer gestisce le frequenze basse con potenza.
Il sistema di elaborazione audio analizza in tempo reale il contenuto e adatta la risposta in frequenza per ottimizzare l’esperienza di ascolto. Daniel Rausch, vicepresidente che supervisiona Echo e Alexa+ (il servizio su abbonamento di intelligenza artificiale per adesso disponibile solo negli Usa ma che fra una dozzina di settimane potrebbe arrivare anche in Europa secondo le indiscrezioni), ha dichiarato durante una dimostrazione a Seattle che “non sarebbe esagerato chiamare questi i primi Echo che ho genuinamente amato usare“.
Anche Amazon ha il suo silicio su misura. Per la precisione, il chip AZ3 Pro al cuore di Echo Studio non serve solo per Alexa ma anche per gestire l’audio in modo sofisticato. Include un acceleratore AI capace di elaborare segnali audio complessi, applicare filtri digitali avanzati, sincronizzare più dispositivi con precisione millimetrica.
Questa potenza di calcolo diventa fondamentale quando si usano più Echo Studio insieme in configurazione home theater, perché serve coordinare perfettamente cinque altoparlanti indipendenti per creare un campo sonoro coerente. Il processore gestisce anche il nuovo sistema di illuminazione dinamico: orecchie luminose quando ascolta, sopracciglia quando elabora, bocca quando parla.
E il vantaggio competitivo, almeno in Europa, è che le varie regolamentazioni dell’Unione (DMA, DSA, GDPR) non pongono ostacoli legali di nessun tipo ad Amazon per portare queste funzioni, a differenza di quanto accade con Apple e Google, perché Amazon non è considerata un “gatekeeper” e può quindi fare quello che vuole.
Come funziona Alexa Home Theater
La configurazione di un sistema home theater con Echo è sorprendentemente semplice. Servono almeno due Echo Studio o Echo Dot Max come canali frontali, un Fire TV Stick compatibile collegato al televisore, e opzionalmente altri tre dispositivi per i canali surround e il subwoofer. Una volta posizionati gli altoparlanti nella stanza (due davanti al divano, due ai lati o dietro, uno centrale sotto o sopra il TV), basta aprire l’app Alexa e selezionare la configurazione home theater. Il sistema riconosce automaticamente tutti i dispositivi Echo sulla rete, li raggruppa e li calibra in base alla stanza.
La calibrazione automatica è uno dei punti di forza del sistema. Alexa utilizza i microfoni integrati negli Echo per analizzare l’acustica della stanza, misurare le distanze tra i vari altoparlanti e il punto di ascolto, compensare riflessioni e risonanze.
Non serve essere audiofili o avere strumenti di misura: il software fa tutto da solo in pochi minuti. Una volta completata la configurazione, i contenuti compatibili con audio multicanale su Fire TV vengono automaticamente distribuiti sui vari altoparlanti. Film con Dolby Atmos sfruttano tutti e cinque i canali per creare effetti posizionali: dialoghi dal centro, musica e ambiente dai frontali, effetti speciali dai surround. Il vantaggio rispetto a sistemi tradizionali è evidente: nessun cavo da tirare (gli Echo sono alimentati singolarmente e comunicano via Wi-Fi), nessun amplificatore da configurare, nessuna regolazione manuale dei livelli.
Lo svantaggio potenziale è la dipendenza dalla rete Wi-Fi: se la connessione è instabile o satura, potrebbero esserci ritardi o perdite di sincronizzazione. Amazon sostiene di aver risolto il problema con protocolli dedicati a bassa latenza, ma servirà testare sul campo in condizioni reali. Un altro limite è la necessità di avere Fire TV: il sistema non funziona con altri dispositivi HDMI o console di gioco.
Qualità audio e compromessi
Echo Studio offre prestazioni audio notevoli per la sua categoria di prezzo. Nella nostra breve esperienza nelle sale demo di New York, i bassi ci hanno dato l’idea di profondità e uscita controllata grazie al woofer sovradimensionato, le medie frequenze sono risultate chiare e dettagliate, gli alti sono decisamente cristallini senza essere faticosi.
L’audio spaziale funziona bene con contenuti ottimizzati: ascoltando musica in Dolby Atmos su Amazon Music Unlimited si percepisce chiaramente la tridimensionalità del suono. Con film e serie TV l’effetto è ancora più evidente, specialmente in configurazione multi-speaker dove gli effetti si muovono nello spazio seguendo l’azione sullo schermo.
Ovviamente ci sono compromessi rispetto a sistemi hi-fi dedicati da migliaia di euro. Gli audiofili più esigenti noteranno degli evidenti limiti nella dinamica, nella separazione degli strumenti in brani complessi, nella risposta in frequenza alle estremità dello spettro. Ma per la stragrande maggioranza degli utenti, la qualità è più che sufficiente e il rapporto qualità-prezzo imbattibile. Cinque Echo Studio per un sistema completo costano circa 1.200 euro contro i 3.000-5.000 euro di un impianto home theater tradizionale di media qualità. E senza bisogno di installazione professionale che può costare altre centinaia di euro.
Un aspetto interessante è che Echo Studio funziona benissimo anche come altoparlante standalone per la musica. Supporta tutti i principali servizi di streaming (Amazon Music, Spotify, Apple Music, Tidal) e può essere controllato vocalmente o tramite app. La possibilità di creare gruppi multi-room permette di avere musica sincronizzata in tutta la casa, mentre la modalità stereo con due Echo Studio offre un soundstage ampio e coinvolgente. Rausch ha sottolineato che il nuovo modello ha due o tre volte l’utilizzo di Alexa tradizionale e ha portato a un aumento del 25% nell’ascolto musicale, nell’uso di Fire TV e nell’interazione con dispositivi smart home.
Il futuro con Alexa+
Alexa Home Theater funziona già bene con Alexa tradizionale, ma il vero potenziale si esprimerà con Alexa+. L’assistente basato su intelligenza artificiale generativa, ancora confinato negli Stati Uniti, permetterà controlli vocali più naturali e contestuali. Si potrà dire “Alexa, metti un film d’azione con un buon audio surround” e il sistema cercherà tra tutti i servizi disponibili, selezionerà contenuti ottimizzati per Dolby Atmos e li riprodurrà automaticamente.
Oppure “Alexa, abbassa i dialoghi ma lascia gli effetti” durante una scena troppo chiassosa senza dover cercare tra i menu del televisore. Quando lo avremo anche noi? Secondo le indiscrezioni che abbiamo raccolto non manca molto, ma i manager di Amazon sono abbottonati. I rumors indicano però 12-15 settimane di attesa da ora.
Non è finita. Un esempio di uso di Alexa+: la tecnologia Omnisense integrata negli Echo Show permetterà al sistema di riconoscere automaticamente chi sta guardando e adattare le preferenze audio. Se in famiglia qualcuno preferisce bassi più pronunciati e qualcun altro privilegia i dialoghi, Alexa+ imparerà e adatterà l’audio di conseguenza. Il chip AZ3 Pro è già pronto per gestire questi modelli di intelligenza artificiale edge, ma serve che Amazon completi il lancio internazionale dell’assistente.
Gli uomini di Amazon assicurano che le norme europee non sono state loro il fattore di rallentamento, ma che invece è molto grande il lavoro di localizzazione: le lingue europee e del resto del mondo sono diverse sia grammaticalmente che soprattutto culturalmente dall’inglese sul quale sono addestrati i grandi modelli linguistici fondazionali più diffusi e Amazon ne sta facendo 70 ex novo per risolvere decine e decine di possibili problemi e situazioni critiche.
Nel frattempo, Echo Studio e Alexa Home Theater rappresentano già un’opzione interessante per chi vuole migliorare l’audio del proprio televisore senza spendere una fortuna o affrontare installazioni complesse. Le nostre orecchie ci dicono che la qualità c’è, il prezzo è competitivo, la facilità d’uso è notevole. E quando arriverà Alexa+, il sistema diventerà ancora più intelligente e personalizzato. Amazon ha costruito l’hardware giusto al momento giusto: adesso serve solo che il software attraversi l’oceano.















