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Apple accende il razzo per la casa smart, ma Siri senza AI fa da zavorra

Apple sta preparando il terreno per lanciare i suoi due dispositivi pensati per diventare il centro della casa digitale. Si tratta del ben noto smarthub e del meno noto ma potenzialmente più interessante robot da casa, utili per rilanciare le ambizioni di Cupertino fuori da mondo smartphone ma che, proprio con lo smartphone, corrono il rischio di andare a rilento per il ritardo di Siri.

J490: il pannello da muro stile iPad

Il primo dispositivo, nome in codice J490, è sostanzialmente un iPad ottimizzato per essere montato al muro. Lo sua funzione sarebbe quella di essere il punto di accesso e di controllo della casa smart  per gestire luci, temperatura, videocitofoni, sistemi di sicurezza.

Apple potrebbe collegare a questo dispositivo una serie di “accessori” come telecamere e serrature smart che darebbero vita ad un ecosistema completo in connessione alla piattaforma iPhone

Questo prodotto è già in fase di test interno e, secondo le previsioni, dovrebbe arrivare sul mercato tra la fine del 2025 e la prima metà del 2026 ma al momento la data di lancio è del tutto incerta.

Per questo tipo di dispositivo è fondamentale la consapevolezza del contenuto a schermo (on-screen awareness) qualche cosa che ora Siri non è in grado di fare. Sapere quale app è aperta, quali elementi sono presenti sullo schermo e agire direttamente su di essi sarebbe il fondamento dello smarthub.

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J595: il display da tavolo con braccio robotico

Lo stesso si deve dire del secondo e ancora più ambizioso dispositivo, nome in codice J595: un hub interattivo da tavolo, montato su un braccio robotico.

Qui Apple ha la volontà di dare all’utente un sistema con un’interazione più naturale e dinamica, in grado di seguire l’utente, inclinarsi e ruotare per offrire un’esperienza “umana” e intuitiva.

Anche J595 è ritardato da Siri senza Ai benchè qui probabilmente, al contrario dello smart hub che fondamentalmente è una specie di iPad con schermo a dimensioni ridotte, ci sono anche problematiche di componentistica e di ingegnerizzazione.

In ogni caso Apple per accelerare il rilascio del robot avrebbe deciso di differire a versioni successive a quella di primo rilascio le funzioni maggiormente innovative.

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Il nodo Siri e Apple Intelligence

Come accennato però qui la vera chiave di tutto è però che succederà a Siri e allo sviuppo degli app intents, ovvero gli intenti applicativi, che permetteranno a Siri di interagire direttamente con le app appoggiandosi sull nuova intelligenza contestuale, che unisce machine learning e riconoscimento del contenuto visivo.

Senza questa evoluzione, i nuovi dispositivi smart home come il pannello J490 o il braccio robotico J595 rischierebbero di non avere alcuna funzione reale e soprattutto non essere innovativi.

L’utente dovrebbe controllarli mediante una interfaccia tradizionale schermo touch o peggio ancora tasti fisici, facendoli sembrare un relitto del passato oltre che scarsamente utili, questo in un contesto dove la concorrenza corre moltissimo con controlli vocali e intelligenze artificiali sempre più evolute.

All WWDC sapremo, forse, a che punto è arrivata l’evoluzione di Apple Intelligece e di conseguenza capiremo se il team guidato da Mike Rockwell, lo stesso responsabile della divisione Vision Pro, cui oggi è stata affidata la redifinizione di quella che potremmo chiamare la Siri 2.0 ha portato avanti il compito che gli è stato affidato.

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