Apple va, finalmente, verso una carica wireless ad alte prestazioni, in teoria fino a 50W, quindi paragonabile a quella dei più avanzati produttori di smartphone Android. Il segnale che Cupertino è pronta a schiodarsi dai modesti, rispetto al concorrenti, 25W o più comuni 15W (qui i migliori) se non si usa uno specifico e costoso caricabatterie Magsafe 2, arriva dalla registrazione di due dispositivi presso l’ente di certificazione NCC di Taiwan (National Communications Commission)
La certificazione in Taiwan e cosa rivela
Nei documenti, notati da 91Mobiles, nell’archivio di NCC si trova infatti traccia di caricabatterie Apple, modello A3502 e A3503, entrambi con il classico disco MagSafe e cavi USB-C intrecciati (rispettivamente da 1 metro e 2 metri). La novità è che supportano il nuovo standard Qi 2.2, evoluzione dello standard Qi promosso dal Wireless Power Consortium.
A livello teorico, Qi 2.2 può arrivare fino a 50 watt, un salto importante rispetto ai 15 watt oggi comuni nel mondo dei caricabatterie wireless Qi2 e anche molto di più dei 25W del caricabatterie MagSafe 2 introdotto lo scorso anno che usa uno standard proprietario.
Ricordiamo che oggi con la porta USB-C la massima potenza di carica di un iPad è di 35W. Un iPhone arriva ad appena 28/30W di picco con ricarica standard a 25W.
Per questo lo standard wireless Qi 2.2 potrebbe diventare utile non solo per la ricarica di dispositivi con batterie molto più grandi degli iPhone ma anche ad eliminare la porta USB-C un piano che Apple sembra ancora cullare (e che si materializzerà un volta trovato un sistema anche per sincronizzare i dati in wireless velocemente quanto una connessione fisica).
Una tradizione di cautela
La registrazione fa pensare che Apple ha dato il via al processo di rilascio di iPhone capaci di arrivare a queste prestazioni. Potrebbero essere gli iPhone 17 (almeno alcune versioni di essi come gli iPhone 17 Pro). Così fosse si supererebbe l’approccio estremamente conservativo che Apple ha sempre avuto nel campo della carica wireless.
Ricordiamo che gli iPhone hanno avuto questa funzione solo nel 2017, con iPhone 8 e iPhone X. E anche allora, mentre il mercato Android puntava già ai 20 o 30 watt, gli iPhone si fermavano a 7,5W.
Con MagSafe, la potenza è salita a 15W, ma solo con accessori a marchio Apple. Più recentemente con l’arrivo dei caricabatterie Qi2, uno standard che per altro usa tecnologie Apple, la carica a 15W è stata possibile anche con dispositivi di terze parti.
Di recente, con iPhone 16 e un caricatore da 30W, si può raggiungere una ricarica MagSafe a 25W, ma Qi 2.2 fa di molto meglio. Oltre al resto si tratta di un vero e proprio standard e non di una piattaforma proprietaria come quella di alcuni telefoni Android che arrivano oggi in wireless a 50W e anche a 100W, ma con sistemi non certificati universalmente.
Il dilemma Apple: velocità o controllo?
Prima di esultare si deve però attendere. L’adozione di Qi 2.2 apre scenari interessanti, ma resta da vedere come Apple implementerà la tecnologia.
La prospettiva più concreta è Apple esercitando il controllo sull’ecosistema di ricarica offra caricatori wireless proprietari a massima potenza possibile (50W appunto) limitando quelli di terze parti, proprio come succede oggi con MagSafe 2.
Un conservatorismo che viene presentato come un sistema per proteggere i dispositivi da produttori che spesso non rispettano gli standard di qualità, ma anche un buon modo per ottimizzare l’esclusività di accessori che Apple in questo modo vende con un buon ricarico.



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