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Il diritto alla riparazione si sposa con la stampa 3D con Philips Fixables

Il diritto alla riparazione, tema affrontato anche dal’Unione Europea, sta spingendo a soluzioni innovative. Una di queste è Philips Fixables, un progetto che permette di stampare in 3D parti di ricambio per alcuni dispositivi domestici che colpisce per semplicità e genialità, oltre che immediatezza e che chiama altri marchi noti, come Apple, a fare passi avanti con i loro progetti self service repair.

Riparare a casa con la stampa 3D

Il programma Philips Fixables è stato presentato ufficialmente nella Repubblica Ceca, grazie alla collaborazione con Prusa Research (tra i leader nel settore delle stampanti 3D) e LePub per incentivare i consumatori a riparare i dispositivi in modo semplice, ecologico ed economico, senza doverli sostituire del tutto.

Sul sito ufficiale del progetto, Philips Fixables, è presente anche una sezione dedicata alle segnalazioni: gli utenti possono suggerire quali componenti vorrebbero vedere come file 3D da stampare in autonomia.

Philips sottolinea l’importanza di seguire attentamente le istruzioni incluse nei file, perché la qualità del risultato finale dipende molto dal modello di stampante 3D usata e dai materiali impiegati per la stampa.

I file da stampare sono disponibili gratuitamente su Printables.com, una piattaforma molto nota nel mondo della stampa 3D. Al momento è stato pubblicato un primo file ufficiale: un pettine da 3 mm per il rasoio Philips OneBlade, ma l’azienda ha già promesso che altri modelli saranno disponibili presto.

Perché c’entra anche Apple

L’argomento, come detto, è di attualità anche nel mondo della tecnologia e ha coinvolto anche Apple accusata di rendere molto complesso se non del tutto impossibile riparare i propri dispositivi. Apple sulla scia di queste polemiche ha avviato un’apertura concreta, offrendo parti di ricambio originali per iPhone e Mac tramite un programma di riparazione self-service. Un passo avanti, certo, ma ancora parziale secondo molti osservatori.

Con il lancio degli iPhone 16, Cupertino ha ampliato l’accesso alle parti originali, fornito anche informazioni dettagliate, e anche semplificato il design dei suoi dispositivi, ma restano critiche sulla complessità del processo, sui costi elevati e su vincoli software che rendono difficile la riparazione indipendente.

Altre aziende stanno già lavorando con maggior convinzione di Apple per facilitare la riparazione dei prodotti tecnologici. È il caso di Logitech, che ha avviato una collaborazione con iFixit per offrire un vero e proprio negozio di riparazione online, con pezzi di ricambio originali, batterie e guide dettagliate per la manutenzione dei dispositivi.

In questo contesto, l’iniziativa Philips Fixables appare come un esempio virtuoso e concreto di come le aziende possano agire subito per migliorare l’impatto ambientale dei propri prodotti e restituire maggiore autonomia ai consumatori.

È chiaro che non si tratta di un programma complesso come quelli dedicati alla riparazione di smartphone o TV, ma il suo valore sta proprio nella semplicità: dimostra che, sfruttando tecnologie moderne come la stampa 3D, è possibile evitare che un prodotto ancora funzionante venga buttato o diventi troppo costoso da mantenere utile, solo per colpa di un componente mancante o rotto.

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