Se volete che i vostri cittadini abbiano il meglio e subito dei prodotti Apple, non fate come l’Unione Europea. Suona come un ammonimento quello che Cupertino lancia alla Competition and Markets Authority (CMA), l’organismo antitrust del Regno Unito, che sta valutando di applicare regole simili a quelle del Digital Markets Act per ridurre i rischi da abuso di posizione dominante.
Cosa sostiene Apple
Le proposte della CMA “sono cattive per gli utenti e per gli sviluppatori – afferma Apple citata da BBC – perché limitano la capacità di innovare, indeboliscono privacy e sicurezza e la costringono a condividere tecnologia con concorrenti stranieri senza compenso”.
Non è la prima volta che Apple sostiene una simile posizione. Già in occasione di tutte le imposizioni dell’Unione Europea a cose come Apple Store, abbonamenti digitali, interazione con sistemi e piattaforme di terze parti, la Mela ha avuto modo di presentare simili rimostranze.
In alcune occasioni (come il mirroring di iPhone su Mac) Apple ha anche dato corso ad azioni che hanno effettivamente limitato il sistema operativo nella versione dell’Ue. Più recentemente non solo ha detto esplicitamente che iOS 26 mancherà di alcune funzioni in Europa per causa del DMA, ma ha addirittura fatto trapelare l’ipotesi che si possa arrivare ad una biforcazione del sistema operativo: una per i paesi che non impongono restrizioni e una per paesi come quelli europei che chiedono un’apertura di specifiche funzionalità.
La risposta della CMA
Il regolatore britannico respinge l’etichetta di “regole in stile UE” e rivendica un impianto diverso: l’obiettivo è aiutare gli sviluppatori del Regno Unito a crescere e fare in modo che i consumatori non perdano innovazioni disponibili altrove. Per la CMA, maggiore concorrenza sulle piattaforme mobili può convivere con la tutela di privacy, sicurezza e proprietà intellettuale.
La CMA punta su interoperabilità mirata – per esempio con portafogli digitali e integrazioni con orologi e altri dispositivi – così da consentire agli sviluppatori inglesi di creare nuove app e servizi.
Secondo l’analisi della CMA, tra il 90% e il 100% dei dispositivi mobili nel Regno Unito usa piattaforme Apple o Google: un duopolio effettivo che giustifica interventi per rendere più trasparente l’accesso alle funzioni di sistema e per riequilibrare il potere negoziale verso sviluppatori e consumatori.
Tra i capitoli più caldi c’è lo steering: la possibilità per gli sviluppatori di indirizzare gli utenti verso sistemi di pagamento esterni all’App Store. La CMA ritiene che questa apertura aumenti la concorrenza; Apple (che ricava dai pagamenti in Store miliardi di dollari e comprensibilmente oppone resistenza) afferma che apra la strada a frodi e minacce alla sicurezza dell’utente.
Anche in Europa la possibilità di svolgere pagamenti fuori dal Apple Store era stato uno dei più caldi in assoluto. Ora nell’Unione è possibile raccogliere pagamenti anche senza passare da Apple benchè l’operazione non sia del tutto facile ed indolore
Le prossime tappe
Apple e Google hanno tempo per presentare osservazioni, mentre la decisione finale della CMA è attesa in ottobre. che avverà in un contesto in cui cresce tensione politica.
Il presidente statunitense Donald Trump ha attaccato le regolazioni tecnologiche adottate all’estero, giudicandole discriminatorie verso le aziende americane, e ha minacciato ritorsioni commerciali contro chi introdurrà tasse o norme digitali ritenute penalizzanti.












