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Ecco i delusi dal Vision Pro, pesante, imbarazzante, inutile

Avevano speso migliaia di dollari convinti di portarsi a casa il futuro, convinti da una campagna di marketing enfatica e trionfale. Un futuro fatto di schermi fluttuanti, cinema in 3D e ambienti digitali immersivi. Ma a un anno dal lancio, quel futuro non è mai arrivato e il suo veicolo sta in un cassetto, a prendere polvere accanto a vecchi gadget dimenticati. È questo il succo delle storie che in un articolo racconta oggi il Wall Street Journal, le storie dei delusi dal Vision Pro.

L’articolo rappresenta un valido spaccato delle ragioni per cui il Vision Pro, di cui è cessata la produzione della prima versione, in attesa di un aggiornamento modesto ma anche e soprattutto di qualche cosa di migliore, non ha funzionato.

O meglio l’articolo pare una sorta di indice enciclopedico con testimonianze dal vivo di tutte le critiche rivolte al Vision Pro fin dall’inizio. Macchinoso da utilizzare, con poche applicazioni realmente interessanti, imbarazzante da usare in pubblico e soprattutto scomodo ed ingombrante.

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Il CEO di Apple, Tim Cook, posa per un selfie vicino ad un utente che indossa Vision Pro. Foto: Apple.

Troppo pesante per essere davvero usabile

Proprio sul peso sembrano concentrarsi le critiche più concrete e diffuse. È molto più di quanto potrebbe apparire a prima vista. La scocca in alluminio e il vetro frontale si traducono in oltre mezzo chilo da tenere in testa.

È troppo pesante, non riesco a tenerlo in testa per più di 20 o 30 minuti senza sentire dolore al collo”, racconta Dustin Fox, agente immobiliare in Virginia. Lo ha acquistato il giorno del lancio, impaziente come un bambino, ma oggi confessa di averlo usato solo quattro volte. “Adesso prende solo polvere in una scatola di plastica, insieme ad altri dispositivi dimenticati”.

Anche Tovia Goldstein, 24 anni, era entusiasta all’inizio: “Pensavo di usarlo per guardare film e serie, ma dopo un’ora sei costretto a toglierlo. Non ce la fai, devi proprio buttarlo giù dalla testa”. Per aggirare il problema del peso, Yam Olisker, youtuber israeliano che ha acquistato il visore volando fino a New York, ha trovato una soluzione personale: “Lo guardo sdraiato a letto”, dice ridendo.

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Lento e solitario

Il fascino tecnologico di Vision Pro, che era al centro anche della campagna di Apple e su cui è difficile discutere, si infrange sulla banalità delle operazioni quotidiane. Per esempio: l’accensione. Serve collegare una batteria esterna, aspettare che si avvii, e armarsi di pazienza. “Ci vogliono tre minuti solo per collegare la batteria e aspettare che si accenda. Ti passa la voglia”, dice ancora Goldstein.

Ma è il software a rappresentare, forse, la più grande delusione. Dopo un anno, le app progettate specificamente per Vision Pro sono ancora poche. L’esperienza è limitata, e chi sperava in un ecosistema esplosivo simile a quello dell’iPhone è rimasto con un pugno di applicazioni sperimentali.

Ogni tanto penso di tirarlo fuori dall’armadio per vedere se è uscito qualcosa di nuovo, ma poi mi ricordo del mal di collo e del tempo che ci vuole per farlo partire, e lascio perdere”, confessa Goldstein. “Non lo consiglierei a nessuno, a meno che non sia davvero ricco e non sappia come spendere i soldi”.

Anche Olisker, nonostante l’entusiasmo iniziale e il selfie con Tim Cook al lancio, ammette: “Lo uso molto meno di quanto pensassi”.

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Imbarazzo sociale: indossarlo è fuori luogo

Vision Pro non è solo pesante: è anche difficile da usare in pubblico senza attirare attenzioni indesiderate. Anthony Racaniello, 41 anni, lo ha testato durante un volo di sei ore verso Las Vegas, ma ne ha pagato le conseguenze. “Sembrava avessi una maschera per dormire, e la gente ti tratta così. L’assistente di volo pensava che stessi riposando e non mi ha offerto da bere”, racconta.

In ufficio è andata anche peggio: “I colleghi mi prendevano in giro, qualcuno mi ha chiesto di toglierlo. Il miglior complimento che ho ricevuto? Una risatina e: ‘Sembri uno con gli occhiali da sci al lavoro’”. Anche Anshel Sag, analista tech, aveva provato a usarlo in volo per guardare film. Ma ha presto smesso. “La gente mi lanciava occhiate strane e non mi piace”, si legge ancora sul WSJ.

E poi c’è la questione del trasporto: la custodia ufficiale, venduta separatamente per 199 dollari, è talmente voluminosa da occupare mezza valigia. “Occupa metà del mio bagaglio a mano”, conferma Sag.

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Foto di Apple

Un rimpianto costoso

Col tempo, per molti, il Vision Pro è diventato sinonimo di acquisto sbagliato. Fox non nasconde la sua frustrazione: “Ogni volta che lo vedo nella scatola provo un senso totale di rimpianto”. Anche Racaniello è arrivato alla stessa conclusione: ha rivenduto il visore per 1.900 dollari, poco più della metà del prezzo pagato.

Per ora è come avere un MacBook Pro da due quintali legato in faccia, mentre la gente ti ride dietro”, scherza. Ma aggiunge una nota più riflessiva: “È sicuramente uno sguardo sul futuro. Solo che quel futuro è ancora lontano”.

Gli articoli che parlano di realtà aumentata e virtuale sono disponibili ai rispettivi collegamenti.

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