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Google Play Store deve cambiare anche negli USA

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto la richiesta di Google di sospendere un ordine giudiziario che obbliga il colosso a riformare in modo sostanziale il suo Play Store per Android. L’ordine, emesso nel 2024, mira a promuovere una maggiore concorrenza nel mercato delle app, contrastando il monopolio giudicato illecito dalla giuria statunitense. Se Google non dovesse conformarsi sin da subito, potrebbero scattare sanzioni immediate.

Secondo l’ordine emesso nel 2024, Google dovrà permettere ai concorrenti di avere accesso all’intero catalogo di app Android e rendere disponibili alternative al Play Store per il download delle app. Google aveva sostenuto che questa riforma avrebbe esposto gli oltre 100 milioni di utenti statunitensi a rischi significativi di sicurezza, stessa giustificazione adottata da Apple, favorendo la diffusione di store che potrebbero contenere contenuti dannosi o contraffatti.

Google vuole cambiare il Play Store per sfuggire alle multe UE - macitynet.it

Google continuerà comunque la sua battaglia in sede legale, ma dovrà comunque sottostare alla prescrizione del tribunale. La decisione rappresenta un duro colpo per il colosso che adesso si trova costretto a modificare il suo sistema di distribuzione delle app, finora caratterizzato da un controllo esclusivo, soprattutto sui pagamenti in-app, dai quali la società ricava commissioni tra il 15 e il 30%.

Questa sentenza sul Play Store segue un contesto più ampio di cause antitrust contro Google, che riguardano anche il suo motore di ricerca e la tecnologia pubblicitaria, anch’essi definiti monopoli illegali dal Dipartimento di Giustizia statunitense. Anche se un giudice federale ha recentemente respinto la proposta di smembramento del motore di ricerca, il governo continua la sua azione legale contro la divisione pubblicitaria, con le argomentazioni finali previste per novembre.

Google Play Store deve cambiare anche negli USA

Causa parallela ad Apple

La vicenda è parallela alla causa subita da Apple, che ha portato a una decisione simile: sebbene il tribunale non abbia dichiarato illegittimo l’App Store, Apple è stata obbligata a consentire link verso sistemi di pagamento alternativi, una misura nata da una causa antitrust simile intentata da Epic Games.

L’amministratore delegato di Epic, Tim Sweeney, ha accolto positivamente la decisione della Corte Suprema, considerandola una vittoria per i consumatori, che potranno presto scegliere sistemi di pagamento per le app senza dover pagare commissioni elevate o affrontare ostacoli inutili.

Le notizie sull’universo Android sono in questa sezione di macitynet.

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