Abbiamo avuto la fortuna di provare in anteprima questo impressionante mouse Razer DeathAdder V4 Pro: a vederlo è quasi indistinguibile dal modello precedente, deliziosamente ergonomico, costruito per la scrivania, soprattutto in wireless. Pensato per il mondo dei gamer, si trova a suo agio anche in mano al professionista (molto) esigente, che cerca prestazione, comodità e una alta personalizzazione.
Come prima, più di prima
Prendiamo in prestito la classicissima canzone di Tony Dallara per raccontare come il Razer DeathAdder V4 Pro si presenti con una linea del tutto identica a quella del modello V3 Pro (perlomeno nella parte superiore), che all’epoca invece aveva stupito per il cambio di rotta deciso con il modello V2. Niente illuminazione RGB quindi (un po’ un peccato) ma tanta (tantissima) tecnologia, come vedremo, decisamente avanzata.
La scatola in cartone serigrafato si apre dolcemente all’utente mostrando subito il mouse vero e proprio, in abbinamento al ricevitore, sul quale torniamo tra poco. La forma rimane identica al modello V3, una scelta di marketing apparentemente strana, volendo distinguersi, ma che trova la risposta nel fatto che questo è il modello che ha venduto di più nella storia di Razer (e uno dei modelli più venduti della storia dei mouse), per cui cambiare un design che piace agli utenti è sempre un rischio.

Appena sotto, trova posto il cavo USB-A/USB-C per il collegamento e la ricarica, di colore nero è in fibra intrecciata, antigroviglio, con una lunghezza di 1,8 Metri: magari sarebbe stato preferibile un USB-C/USB-C, con adattatore, ma il mondo del gaming è un po’ tradizionalista nell’uso degli standard, e l’USB-A va ancora alla grande, considerato che tutti i PC da gaming hanno almeno una di queste porte disponibili.
Nella scatola trova posto anche un set di adesivi anti scivolo, eccellenti per chi gioca anche d’estate e non apprezza la superficie liscia del mouse, ottima d’inverno ma appunto un po’ meno con il caldo.
Il mouse ha dimensioni importanti, 128 x 68 x 44 mm, con un peso variabile tra i 56 e 57 g a seconda se rispettivamente Nero o Bianco, in entrambi i casi escludendo cavo e Dongle USB.
Per la scrivania, soprattutto
Prima di parlare delle connessioni, che è uno dei punti forti di questo modello, togliamoci subito un dubbio: Razer DeathAdder V4 Pro è un mouse da scrivania, o meglio soprattutto da scrivania. Le dimensioni sono generose, e anche se è molto leggero (ma non il più leggero di sempre), le caratteristiche non lo pongono come un mouse da portare nello zaino.
Se un tempo la distinzione tra mouse portabili e mouse da scrivania era labile, con caratteristiche spesso miste, adesso pare che Razer stia spingendo per una distinzione più netta: nel modello Razer Basilisk Mobile, per esempio, sono presenti alcune caratteristiche peculiari, come una tasca per il dongle USB-A, tripla connessione e forme contenute, mentre nel Razer DeathAdder V4 Pro la specializzazione è più attiva.
La connessione è solo Wireless a 2,4 Ghz via Dongle oppure via cavo, il Dongle non è trasportabile e le dimensioni sono generose, il che è una buona notizia per la mano, meno quando lo dobbiamo mettere in borsa.
D’altra parte, il Razer DeathAdder V4 Pro è un prodotto di assoluto valore, dove tutto è al massimo e le scelte costruttive sono improntate alla qualità, non alla versatilità. L’ergonomia infatti ringrazia perché un po’ la forma, un po’ i materiali, ma questo mouse è un piacere da toccare e da usare, e pare disegnato sulla mano stessa.
La vera novità, anche dal punto di vista estetico, è il Dongle, con una forma molto diversa: non più un parallelepipedo come nella versione V3, che poteva non sostare sempre in posizione diritta, ma una mezza sfera che pare arrivare dai film di Star Wars.
Questo Dongle di seconda generazione offre una maggiore stabilità sulla scrivania, una maggior superficie che comporta un guadagno del 30% (tantissimo) nel segnale wireless, conferendo maggiore libertà di movimento e una più ampia stabilità quando ci sono tanti accessori wireless attorno, e tre LED anteriori che possono indicare diversi stati del mouse, in tempo reale.
Tra le indicazioni possibili ci sono il livello di batteria, la qualità di connessione, il livello di Polling rate e la risoluzione in DPI, anche se ogni singolo LED può essere spento e modificato a piacere a piacere. L’utente è perfettamente in grado di gestire queste informazioni tramite l’App Razer Synapse.

Un filo che non c’è
La potenza del nuovo Dongle di seconda generazione si vede anche per un altro aspetto della tecnologia a bordo, il polling rate.
Questo valore, che indica il numero di volte in cui il mouse comunica con il computer, elaborate al secondo, ha una alta variabilità in base al modello e al sistema di trasmissione, e vale la pena esaminarlo meglio.

I mouse commerciali, anche di qualità, non superano i 125 Hz di Polling rate (in alcuni casi grazie ad ottimizzazioni software di macOS) che su un monitor con frequenza a 60 Hz possono bastare (ma 60 Hz oramai sono minimo del minimo sindacale anche per chi non gioca), ma su display che mostrano valori ben superiori come 540 Hz (come ad esempio il monitor ASUS ROG Swift PG248QP) potrebbero portare a sfarfallii del puntatore, decisamente sgradevoli.
Razer DeathAdder V4 Pro offre un valore standard di 1.000 Hz di Polling rate (che Razer chiama Hyperpolling, considerato che è trasportato su un segnale wireless personalizzato), ma può arrivare anche sino a 8.000 Hz, una capacità data proprio dal Dongle di nuova generazione.
Questo mouse non è il primo ad arrivare a questi valori, a memoria di chi scrive ci sono già stati mouse Razer capaci di tanto, e anche alcuni competitor offrono valori simili, ma è bello vedere come qui l’integrazione sia davvero importante e allo stesso modo sia wireless che via cavo.

L’aspetto positivo di un Polling rate così alto è quello di potere avere una maggiore precisione nel tempo e un incremento di velocità del puntatore più stabile, ma più di tutto una più facile sincronizzazione con quanto succede con la frequenza del monitor, in modo da avere una risposta armoniosa tra il movimento fisico effettuato e quanto rappresentato a video, che in un gioco è fondamentale, altrimenti si rischia, per esempio, di sparare in un punto sbagliato perché il monitor non ha ancora finito di sincronizzare movimento e rendering.
Di contro, l’uso di un valore di 4.000 o 8.000 Hz di Polling rate, che deve essere compensato da un incremento di risoluzione per avere un rapporto costante tra movimento e percezione, aumenta sensibilmente il consumo di batteria.
Se usato via cavo, non è un grosso problema, ma in wireless questo diminuisce sensibilmente la vita del mouse e in un torneo non c’è tempo per preoccuparsi di cose del genere. Nei driver Synapse c’è però una opzione interessante che intervalla due valori diversi di Polling rate, uno in gioco (stabilito dall’utente) e uno non in gioco (fisso a 1.000 Hz, un valore comunque alto).
Sia macOS che Windows riescono a tracciare quando una applicazione è un gioco o no (attivando quindi lo switch in automatico), ma solo nei titoli più recenti.
Io sono precisione
“Io sono velocità” diceva Lightning McQueen nel famoso film d’animazione Cars prima di ogni gara, e lo potrebbe dire anche Razer DeathAdder V4 Pro, se non fosse che qui la sensazione più alta è che l’attenzione maggiore sia sulla precisione.

Il motore sotto il cofano è infatti un chip Razer Focus Pro 45K, un sensore ottico di seconda generazione capace di spingere la risoluzione sino ad un valore di 45.000 dpi: per chi non mastica questi valori, basti pensare che è 1,5 volte la risoluzione possibile con il Razer DeathAdder V3 Pro, più di 5,5 volte il Logitech MX Master 3S e (a stima) più di 11 volte l’Apple Magic Mouse con USB-C, valori davvero impressionanti, unitamente ad una velocità di 900 IPS e una accelerazione di 85 G.
Ad oggi questo mouse è l’unico a superare la soglia dei 40.000 dpi. Altri mouse come Razer Basilisk V3 Pro e Razer DeathAdder V3 Pro arrivano a 35.000 dpi, anche se forse in futuro potrebbero raggiungere i 40.000 con un update firmware.
Il valore di IPS indica la massima velocità alla quale il sensore può tracciare il movimento senza perdere precisione, in questo caso 900 pollici al secondo (più di 22 metri al secondo) mantenendo il tracciamento preciso. L’accelerazione G rappresenta la massima accelerazione che il sensore può gestire prima di perdere il tracciamento, in questo caso 85 G corrispondono a circa 833 m/s².
Questi valori indicano il massimo oggi ottenibile con la tecnologia disponibile, una potenza e un controllo che supera di un buon 30% il modello precedente e quasi del 50% i modelli più potenti nel mercato!
Infine, Razer dice che, grazie al supporto delle opzioni di personalizzazione del sensore tramite driver Synapse, è possibile ottenere un tracciamento impeccabile su una varietà di superfici con una precisione di risoluzione del 99,8%, un valore che se tenuto in rapporto a risoluzione, velocità e accelerazione è impensabile!

La tecnologia ottica è il futuro
Se per quanto riguarda il sensore, la tecnologia ottica negli anni ha dimostrato di poter crescere in modo più importante in precisione, duttilità e qualità rispetto a quella Laser (qui una nostra comparazione), anche al di fuori del sensore la tecnologia ottica sta dimostrando vantaggi importanti.
I tasti (switch) sono stati riprogettato in questa nuova quarta generazione e offrono diversi vantaggi: in aggiunta alla qualità molto alta delle precedenti generazioni, adesso hanno una vita più lunga, 100 milioni di clic (il che si traduce in almeno 3 anni di attività ininterrotta e continua se siete un giocatore professionista di fascia molto alta, 5-6 anni per un gamer di fascia media o in almeno 12-15 per un utente normale, anche professionista, con durata che deve essere triplicata per un calcolo più veritiero).
Migliorata la forza di azionamento del clic, ora più leggera del 12%, con una riprogettazione delle molle interne, che si traduce in una esperienza particolarmente appagante (già quella della serie DeathAdder è sempre stata molto buona), metallica e morbida, ma con una ampia sensazione di precisione, nonostante sia in effetti palesemente leggera.
Infine, migliorata anche la rotella (Scroll Wheel): questa, in plastica rigida rivestita di gomma morbida seghettata, è cliccabile ma non offre il clic laterale (utile in alcune situazioni, pericoloso in alcuni giochi). Anche la rotella ha un a tecnologia ottica, che offre maggiore precisione evitando soprattutto movimenti fantasma (la rotella è di solito molto utile per scorrere le armi nell’inventario, o per muovere il personaggio in modo più preciso o continuativo).
Il funzionamento ottico, rispetto a quello classico metallico, garantisce un input più preciso, non ci sono vibrazioni inutili, solo input binari (come accade nei tasti), demandando quindi l’intera precisione nel dito dell’utente.
Come funziona
Abbiamo utilizzato il mouse Razer DeathAdder V4 Pro per qualche settimana, sia in ufficio che a casa, oltre che saltuariamente in viaggio (anche se non è un mouse da viaggio, dovevamo comunque fare dei test in proposito), valutandone tutti gli aspetti.
In realtà giudicare un mouse con queste caratteristiche non è affatto facile, perchè supera, alle volte anche con notevole distacco, tutti gli altri mouse presenti in commercio: inoltre, alcune caratteristiche sono così verticali e specifiche che è difficile dar loro una valenza concreta.

Razer DeathAdder V4 Pro è come una monoposto da Formula 1, una auto così potente che si ha costantemente la sensazione di non riuscire a sfruttarla al meglio: ma diversamente per esempio da quando abbiamo provato la prima volta il Razer Basilisk V3 Pro, che dava l’impressione di dover essere “domato” per essere sfruttato al meglio, qui tutto appare morbido, comodo, confortevole, lussuoso. È come una auto da Formula 1, è vero, ma dentro ha l’abitabilità di una Rolls-Royce.
La leggerezza del mouse è benvenuta, ma si accompagna con una bellissima esperienza data dalla splendida ergonomica, se avete le mani grandi questo mouse è una benedizione, non le stanca e il movimento è accompagnato in modo sicuro, grazie a due ampi piedini in ceramica bianca PTFE, che migliorano l’aderenza in qualunque superficie (ma soprattutto se usati su un tappetino). I piedini sono in effetti l’unica vera novità estetica rispetto al modello precedente, che li aveva più piccoli.
Esplorando le opzioni date dal nuovo software Razer Synapse (aggiornato per l’occasione proprio per ospitare questo modello), abbiamo concluso che l’esperienza migliora con un Hyperpolling (polline rate) alto, adattando la risoluzione di conseguenza, e anche se il mouse in effetti consuma di più, la precisione compensa.
Per quanto riguarda l’autonomia, alla fine questo modello dura di più dei precedenti, probabilmente per migliorie dovute al nuovo sensore: Razer dichiara sino a 120 ore in wireless con pollini rate a 1.000 Hz (impostato di default), approssimativamente un paio di settimane abbondanti per l’uso comune, valore che scende drasticamente a 18 ore alzando l’Hyperpolling a 8.000 Hz, in pratica alla sera prima di dormire lo dovete mettere in carica. Ricordiamo però che un valore così alto è utile solo per sessioni di gioco molto intense, tipicamente un torneo.
Le novità date dal nuovo Dongle sferico sono comode, basta una occhiata per avere sottomano lo stato del mouse, personalizzato in base alle proprie esigenze. Da esplorare, con molta pazienza e cognizione di causa, la funzione Dynamic sensitivity, che permette di modificare la curvatura della risposta della sensibilità del mouse in base al tipo di movimento.

In pratica, permette di abbassare la sensibilità nei movimenti lenti, per essere più preciso, e di alzarla con movimenti più ampi, per essere più veloce, oppure di modificarla in base a diversi parametri.
Questa funzione è tanto funzionale quanto pericolosa: serve un attenta riflessione di come vogliamo che il mouse risponda, perchè se sottovalutata oppure se risolta in modo frettoloso, rischia di compromettere seriamente la risposta. Se non siete sicuri, meglio non avventurarsi.
Il mouse è davvero utile nei giochi, e la sensazione, palpabile, è che possa sempre dare tanto di più di quanto chiediamo: abbiamo speso un po’ di tempo a personalizzarlo nelle nostre partite a Diablo, Overwatch e Starcraft, trovando diverse situazioni davvero favorevoli, specie approfittando della presenza di Synapse, ora anche per Mac (è forse arrivato il momento di considerare macOS una piattaforma seria anche per i gamer? Il recente WWDC ha detto di si, vedremo).
Ma al di la delle singole specificità, che sono tante e davvero avanzate, il ricordo più forte e presente che lascia questo mouse è una rinnovata e ampia sensazione di controllo e precisione in ogni singola funzione, dall’uso delle applicazioni professionali come la suite Adobe (che si giova anche delle nuove Macro offerte da Synapse, che estendono l’uso delle Azioni anche al di fuori delle singole app) all’uso Pro del computer (Mac o Windows), sino a quando si apre un gioco e ci si ritrova con una inaspettata comodità e precisione (chi scrive viene da mesi d’uso di un Razer Viper V3 Pro).

Conclusioni
Razer DeathAdder V4 Pro è un mouse per gamer, e il suffisso Pro non è a caso, un prodotto che da il meglio di se tanto più l’utente spinge sull’acceleratore delle funzionalità disponibili, laddove la personalizzazione non è una opzione, ma il modo migliore per permettere alle caratteristiche tecniche di emergere.
Ma allo stesso tempo il mouse offre una esperienza d’uso comoda e confortevole, con una risoluzione pazzesca, un polling Rate praticamente infinito e una meccanica ottica avvincente e deliziosa nel look&feel.
La durata della batteria è sostanzialmente il linea con le capacità del mouse, ci sono molti mouse con durata di batteria molto più lunga, ma nessuno (neppure lontanamente) con queste caratteristiche.
Allo stesso modo, il prezzo pare corretto per un prodotto così avanzato, considerato quello che propone il mercato nel mentre che scriviamo queste righe: Razer stessa in passato ha proposto modelli equiparabili, con prezzi più alti.
Con questo nuovo Razer DeathAdder V4 Pro la casa del serpente è riuscita a rinnovare un modello che già nella sua versione precedente era davvero l’élite del mercato, alzando praticamente ogni aspetto in modo importante ma mantenendo una estrema comodità, tanto che il mouse appare facile da usare anche per l’utente casual, fattore da non dare per scontato su modelli che tipicamente propongono prestazioni così spinte.
Dati alla mano, Razer DeathAdder V4 Pro non può essere paragonato a nessun modello oggi in commercio, neppure a quelli della stessa casa madre, perché offre caratteristiche uniche che lo portano ad essere un modello a cui tutti gli altri devono, giocoforza, fare riferimento.
Se volete un prodotto potente per giocare o lavorare in modo comodo, preciso, attento e (molto) versatile, Razer DeathAdder V4 Pro è la scelta giusta. Ce ne sono altri, ovviamente, ma con compromessi che qui invece sono assenti.

Pro:
• Potente, ma preciso e confortevole
• DPI e Polling rate wireless pazzeschi
• Il nuovo Dongle è davvero comodo, specie per chi gioca
Contro:
• Funzioni AI migliorabili su Mac
• Prezzo importante
• Difficile da usare in mobilità
Prezzo:
• 179,99 € (anche su Amazon)
Razer DeathAdder V4 Pro è disponibile a partire dal sito web italiano della casa madre nelle colorazioni bianco o nero, ma lo potete trovare più comodamente anche presso Amazon.it. Ricordiamo che in questo periodo Razer è attiva anche con grandi sconti su tutta la linea.

























