Un PDF di 163 con dettagliati schemi elettrici di iPhone 16e è stato brevemente disponibile sul sito della Federal Communications Commission (FCC), la Commissione federale per le comunicazioni, agenzia governativa statunitense incaricata di tutti gli usi dello spettro radio (incluse trasmissioni radio e televisive) non governative, e tutte le telecomunicazioni interstatali.
Lo riferisce il sito statunitense 9to5Mac spiegando che nell’ultimo fine settimana schemi elettrici di vari modelli di iPhone 16e (A3212, A3408, A3409 e A3410) che non dovevano essere divulgati sono stati brevemente disponibili nel database con le autorizzazioni dei dispositivi, riportati anche in mirroring (come copia) dal sito fccid.io prima di essere rimossi.
I documenti che era possibile prelevare includevano la lettera di Apple con la richiesta di operare con riservatezza riguardo a schemi e diagrammi a blocchi, documenti che sono rimasti online al punto da essere notati e scaricati.
La pubblicazione di questi documenti è avvenuta probabilmente per un errore commesso da qualche ente di certificazione o laboratorio nell’ambito del processo di elaborazione della richiesta di procedure di regolamentazione di Apple.

Cosa comporta la diffusione di questi documenti?
La pubblicazione di questi documenti non comporta problemi per gli utenti ma rende noti dettagli che potrebbero far gola ai concorrenti di Apple e soprattutto ai riparatori che hanno ora accesso a dettagli quali: componenti vari, informazioni su antenne, connettori, diagrammi a blocchi, piazzole di test e altri elementi della scheda logica, informazioni che potrebbero essere di rilievo per ricercatori hardware e riparatori indipendenti.
Gli schemi in questione consentono inoltre di ottenere uno sguardo al routing dei segnali tra i vari chip, a come sono dislocate le piazzole di test/debug e sull’esistenza di tracce nascoste nella struttura “a sandwich” della scheda logica (soluzione tecnica che impila i componenti su entrambi i lati del circuito per ottimizzare e ridurre l’ingombro). In buona sostanza, la disponibilità degli schermi semplificherà il lavoro dei riparatori e potrebbe anche aiutare a identificare possibili punti di attacco hardware (sfruttando effetti indiretti sia del sistema che dell’hardware, piuttosto che prendendo di mira direttamente il solo sistema operativo)











