Mancanza di trasparenza nella protezione dei dati, assenza di crittografia per le informazioni archiviate e potenziali vulnerabilità legate all’uso dell’applicazione. Queste le ragioni per cui WhatsApp è stato bandito da tutti i dispositivi forniti dallo Stato ai dipendenti della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti.
La notizia, particolarmente clamorosa e dannosa per l’immagine dell’applicazione di Meta, è stata riportata da Axios, secondo cui in conseguenza di essa l’app non può più essere scaricata né mantenuta su alcun dispositivo ufficiale — smartphone, computer o anche semplici versioni web — gestito dalla Camera. E chi ha già installato WhatsApp verrà contattato per procedere alla rimozione forzata.
Il provvedimento, comunicato lunedì con un’email interna, si inserisce in una linea già tracciata negli ultimi mesi dall’amministrazione IT della Camera, che aveva imposto divieti o limitazioni a strumenti come l’AI cinese DeepSeek, le app di ByteDance (tra cui TikTok), ma anche Microsoft Copilot. ChatGPT è stato autorizzato solo nella versione a pagamento, ovvero in quella che non usa le informazioni aggiunte dall’utente per addestrare il proprio modello.
L’Ufficio del Chief Administrative Officer ha indicato una lista di alternative ritenute sicure: oltre a Microsoft Teams, Wickr e Signal, anche le due principali app per la messaggistica di Apple, iMessage e FaceTime.
Il divieto di WhatsApp sui dispositivi governativi della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti sembra dare ragione ad Apple, che in passato ha, spesso anche direttamente, criticato le politiche e le tecnologie di Meta riguardo alla privacy e alla sicurezza dei dati. Accuse che Meta spesso ha riversato sulle spalle di Apple. Una divergenza di visioni che ha impedito alle due aziende di collaborare su aspetti come l’Intelligenza Artificiale.
La posizione dell’amministrazione della Camera ha trovato una replica decisa da parte di Meta, che sta lavorando si diversi aspetti della privacy di Whatsapp, tra cui esportazione dei messaggi e eliminazione del numero visibile di registrazione, ha respinto in modo netto le motivazioni addotte al divieto.
In una dichiarazione rilasciata ad Axios, l’azienda ha criticato la scelta del Chief Administrative Officer, definendola infondata. “Contestiamo nella maniera più netta possibile la caratterizzazione espressa dal Chief Administrative Officer della Camera”, ha affermato un portavoce, ribadendo che WhatsApp è utilizzato regolarmente da membri del Congresso e dai loro staff, e che è già approvato per uso ufficiale dal Senato.
Meta ha inoltre sottolineato che i messaggi scambiati tramite WhatsApp sono “crittografati end-to-end per impostazione predefinita”, e quindi leggibili solo dai mittenti e dai destinatari, nemmeno dall’azienda stessa. Una protezione che, secondo Meta, rappresenterebbe un livello di sicurezza superiore rispetto a molte delle app attualmente autorizzate dalla Camera, che non implementano meccanismi simili.
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