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Addio a Bill Atkinson, inventò l’interfaccia del Mac e cambiò i computer per sempre

Per complicazioni da cancro al pancreas. di cui soffriva da qualche tempo, è morto Bill Atkinson, 74 anni, un nome che è sinonimo dell’interfaccia del Mac, autore di molti dei primi elementi grafici dell’interfaccia del Macintosh, di QuickDraw, MacPaint, HyperCard e tanto altro.

Senza Atkinson l’interfaccia moderna dei computer non esisterebbe. L’ha inventata mentre ha lavorato in Apple dal 1978 al 1990, di cui è stato l’impiegato n. 51 e dove ha contribuito in modo decisivo allo sviluppo dell’interfaccia grafica e dell’architettura software del Macintosh.

Come raccontiamo nel dettaglio quiAtkinson era stato assunto personalmente da Steve Jobs che lo convinse a lasciare un dottorato in neurobiologia con una delle sue frasi taglienti e fulminanti: “È più divertente surfare sull’onda davanti che fare il cane al guinzaglio in fondo alla stessa onda”. Un invito a stare all’avanguardia nel mondo Apple, piuttosto che arrancare dietro cercando di recuperare quello che altri hanno già fatto.

Atkinson è stato uno dei maggiori contributori allo sviluppo dell’interfaccia grafica che aveva visto presso Xerox nel 1979. Jobs e una piccola squadra di ingegneri Apple – tra cui proprio Atkinson – ricevettero un’esclusiva dimostrazione del progetto Dynabook, ma non poterono accedere al codice. Questo li obbligò a ripensare tutto da zero, portando a innovazioni che ridefinirono l’interazione uomo-macchina.

Fu uno dei 30 membri del team che ha concepito il primo Macintosh, ma anche il principale architetto grafico del Lisa, il primo calcolatore con un’interfaccia visuale progettato da Apple. Molte delle innovazioni che oggi consideriamo scontate – le finestre sovrapposte, il trascinamento con il mouse, i menu a discesa, il doppio clic – sono nate sotto la sua tastiera.

Addio a Bill Atkinson, autore dell'interfaccia dei primi Mac, di MacPaint e Hypercard - macitynet.it
Foto dal sito personale di Atkinson

Il suo nome è però indissolubilmente legato a QuickDraw, la libreria di primitive grafiche che permise per la prima volta di visualizzare in modo efficiente testi, immagini e forme su uno schermo. QuickDraw era integrata nell’hardware dei primi Macintosh, rendendo possibile la metafora della scrivania, le icone e l’interazione grafica con file e programmi.

Ha scritto MacPaint, uno dei software più importanti mai distribuiti con un computer. Permetteva per la prima volta anche agli utenti non esperti di disegnare al computer, selezionando strumenti da una “palette” a icone: un concetto che oggi ritroviamo in ogni software di editing grafico. Per molti, è stato il primo incontro con la creatività digitale.

Ma il suo contributo non si è fermato lì. Dopo il lancio del Macintosh, Atkinson ebbe una sorta di epifania – mentre era sotto l’effetto di una modesta dose di LSD – immaginando un sistema per collegare testi, immagini e video in modo interattivo. Nacque così HyperCard, un software rivoluzionario che permise agli utenti di costruire database visuali e ipertesti senza saper programmare. Fu uno dei precursori concettuali del World Wide Web, influenzato dalle idee di Ted Nelson e Douglas Engelbart.

Anche la nascita di HyperCard racconta il suo approccio visionario e aperto: introdusse scorciatoie da tastiera per offrire maggiore potenza d’uso, ma volle che il programma fosse distribuito gratuitamente con ogni Mac, come strumento democratico di espressione personale.

Il suo talento era noto in tutta la Silicon Valley. Steve Perlman, all’epoca giovane ingegnere in Apple, disse: “Guardare il suo codice era come guardare il soffitto della Cappella Sistina. È quello che ha reso possibile il Macintosh.”

Quando nel 1985 Steve Jobs fu allontanato da Apple e fondò NeXT, Atkinson decise di non seguirlo. Voleva completare HyperCard, a cui credeva profondamente. Il rifiuto pesò sul loro rapporto, che si raffreddò per diversi anni.

Ad inizio anni ’90 fondò insieme ad Andy Hertzfeld e Marc Porat la startup General Magic, una delle prime a tentare la strada dei computer tascabili, molto prima dell’iPhone. Il progetto fallì commercialmente, ma viene oggi considerato un precursore diretto di smartphone e tablet.

Dopo aver lasciato Apple e General Magic, Atkinson si dedicò a un’altra sua grande passione: la fotografia naturalistica. Pubblicò il libro “Within the Stone” (2004), una raccolta di immagini artistiche di pietre tagliate e lucidate, che esprimevano la stessa cura per i dettagli che aveva riversato nel suo software.

Tra i tanti episodi che raccontano il suo carattere, ce n’è uno che lo ritrae pochi giorni prima del lancio del Macintosh, quando fu coinvolto in un grave incidente d’auto. Trasportato in ospedale, ricevette la visita di un preoccupato Steve Jobs.

Secondo Andy Hertzfeld, la prima cosa che Atkinson disse fu: “Non preoccuparti Steve, mi ricordo ancora come si fanno le regioni.”, ovvero le aree dello schermo da ridisegnare o rendere cliccabili, fondamentali per far funzionare l’interfaccia grafica.

A questo indirizzo trovate un nostro articolo con l’elenco dei “maghi ” del software che diedero vita al primo Mac.

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