Aspettate il nuovo MacPro? Non trattenete il fiato, potrebbe essere letale. È questa la conclusione cui si giunge leggendo una sezione della newsletter PowerOn, l’articolo domenicale con il quale il solitamente affidabile Mark Gurman getta uno sguardo sul futuro di Apple, sguardo dal quale si giunge alla conclusione che il Mac Pro è sostanzialmente morto.
Dal cilindro del 2013 al cigno nero del 2023
La decisione di mettere da parte il computer che per anni è stato il simbolo della potenza professionale di Apple, la macchina di riferimento per chi lavora con video, foto, 3D e audio, si intuisce ripercorrendo gli ultimi dieci anni e osservando i segnali recenti ben precisi tutti tracciati dall’articolo di Gurman.
Si parte dal bizzarro processo evolutivo segnato da un errore clamoroso: il Mac Pro a cestino, lanciato nel 2013 accompagnato da grandi ambizioni (“Can’t innovate anymore, my ass” la famosa frase di Schiller allora capo del marketing). Ma con “l’innovativa” forma a cilindro Apple si era in realtà infilata in un angolo progettuale, un computer impossibile da aggiornare con chip più potenti senza andare incontro a seri problemi di raffreddamento.
Solo nel 2019, Apple presentava un Mac Pro completamente ridisegnato, con la classica torre in alluminio e una modularità molto più vicina ai desideri dei professionisti.
In quella fase Apple promise aggiornamenti regolari ribadendo che il Mac Pro sarebbe stato un pilastro della famiglia Mac. Ma non è stato così. Mentre tutto il resto della gamma transitava a processori fatti in casa, il Mac Pro restava agganciato al mondo Intel.
Nel frattempo il Mac Studio si ritagliava uno spazio sempre più importante: compatto sulla scrivania, meno complesso, più semplice da collocare tanto negli studi video quanto negli ambienti misti casa-ufficio.
Apple lanciò un MacPro con processore M2 Ultra, ma quando nel 2023 arriva il Mac Studio con M2 Ultra, un vero cigno nero per il futuro del Mac Pro, il desktop professionale viene colpito da un rivale interno molto potente, più economico e molto meno ingombrante. Poi nel 2025 il colpo di grazia: il lancio del Mac Studio con M3 Ultra.
Nessun M4 Ultra, Mac Pro scritto a matita
Oggi siamo al bivio: non esiste più un progetto di chip M4 Ultra e, insieme a lui, è stato cancellato anche il Mac Pro che avrebbe dovuto montarlo. Il prossimo processore di fascia altissima per il desktop, nelle roadmap interne, è l’M5 Ultra, ma al momento Apple starebbe lavorando solo a un nuovo Mac Studio basato su quel chip e non ad un Mac Pro con quel processore.
Tradotto in tempi “di prodotto”, questo vuol dire che nel 2026 non è previsto un aggiornamento significativo del Mac Pro. Il modello con M2 Ultra lanciato nel 2023 corre il rischio di seguire la strada del Mac a cilindro e di restare sul mercato come un prodotto sfiatato, costoso, troppo grande e con nessun vantaggio reale se non quello di un’espandibilità che alla fine pochi o nessuno applica post vendita.
Il Mac Studio come vero desktop pro di Apple
Per questo sembra di dover dare credito alle molte voci che escono dall’interno dell’azienda secondo le quali il Mac Pro è ormai stato, in pratica, archiviato. Il Mac Studio è il presente e il futuro del desktop professionale Apple, quello su cui conviene concentrare sviluppo, marketing e nuove generazioni di chip.
Questo giunge in un contesto dove la gamma Mac nel suo complesso tende a semplificarsi. In attesa del MacBook per studenti, MacBook Air e MacBook Pro coprono il mondo portatile, iMac presidia l’all in one, Mac mini resta la soluzione compatta d’ingresso e Mac Studio occupa stabilmente la fascia professionale, con un ciclo di aggiornamento più regolare. Il Mac Pro, da macchina simbolo del mondo creativo, potrebbe passare alla storia come un prodotto di transizione tra l’era Intel e quella Apple Silicon.


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