Le voci di un nuovo speaker smart Apple più piccolo e dal prezzo più abbordabile circolano praticamente da quando è arrivato HomePod all’inizio del 2018: è stato commercializzato in pochi paesi, in Italia non è mai arrivato, ma la multinazionale di Cupertino sembra avere un piano per ribaltare le sorti di questo dispositivo, finora tutt’altro che brillanti, piano e strategia affidati a un team Apple per salvare HomePod.
Più che una divisione vera e propria, sembra trattarsi di un gruppo di lavoro, una squadra speciale che ha identificato i problemi principali dello speaker, elaborando un piano preciso che punta a risolverli sia tramite aggiornamenti software che nuovi modelli.
Mentre per quasi due anni le anticipazioni si sono concentrate sul possibile arrivo di un modello più piccolo e dal prezzo più abbordabile, secondo Mark Gurman i problemi non solo solamente il prezzo e l’hardware. In realtà quest’ultimo in particolare non è mai stato considerato un problema perché, in praticamente tutte le recensioni apparse all’estero, lo speaker smart di Apple è stato molto apprezzato per la sua qualità audio, giudicata superiore a praticamente tutti gli speaker smart di Amazon e Google disponibili al momento del lancio di Apple.

Come rilevato sempre nelle prime recensioni, il punto debole percepito di HomePod è Siri: mentre Cupertino lo ha inteso come una estensione dell’assistente vocale da iPhone, iPad e Mac al nuovo speaker quando l’utente si trova in sua prossimità, la maggior parte degli utenti lo ha ritenuto inferiore alla versatilità e indipendenza da altri dispositivi, come invece possibile da anni con Alexa su Amazon Echo e Google Home.

Ormai Amazon e Google hanno tracciato i campi di applicazione degli speaker smart, per l’accesso parziale e vocale a Internet, centinaia e centinaia di richieste vocali e compiti sempre più estesi che gli speaker smart possono fare ma che HomePod e Siri reggono a fatica o non comprendono per niente, perché l’assistente vocale Apple è nato ed è rimasto sempre ancorato a iPhone, iPad e in minima parte al Mac. Mancano ancora l’indipendenza di funzionamento, il vocabolario e la versatilità delle mansioni che ormai da anni gli utenti sono abituati a utilizzare altrove, magari anche su uno speaker con audio scarso da 29 euro.












