Quando Apple ha deciso di abbracciare il formato JPEG XL con iPhone 16, Safari e i sistemi operativi del 2024, molti hanno parlato di una scommessa isolata, a fronte anche delle scelte di Google che l’aveva abbandonato, rimuovendolo da Chromium, la base di gran parte del codice di Google Chrome.
In realtà la decisione di Apple si sta rivelando il primo passo di qualche cosa di più grande e universale: ora anche la PDF Association sta integrando il supporto al formato JPEG XL (JXL) nelle specifiche PDF.
È Peter Wyatt, CTO della PDF Association ad annunciarlo «Occorre adottare un nuovo formato per le immagini in grado di supportare contenuti HDR (High Dynamic Range) e abbiamo scelto JPEG XL come soluzione da privilegiare». Wyatt evidenzia altri benefici di JXL, inclusi l’ampia gamma cromatica supportata, il supporto di ultra risoluzione con immagini di oltre 1 miliardo di pixel, il supporto fino a 4099 canali colore e fino a 32 bit per canale.
Vantaggi del formato JPEG XL
L’associazione è responsabile dello sviluppo delle specifiche PDF, dei relativi standard e delle norme ISO per i documenti elettronici. Il formato JPEG XL è un avanzato sistema di compressione pensato per essere insieme efficiente e ricco di funzionalità: supporta sia la compressione con perdita di dati sia quella senza perdita (lossless), con un approccio moderno e aperto.
Tra i punti di forza che fa notare The Register, spiccano la fedeltà delle immagini, l’elevata efficienza, la velocità di codifica e decodifica, la possibilità di usarlo per animazioni e nel design responsivo. È inoltre un progetto open source e royalty free, quindi accessibile senza licenze o costi per sviluppatori e aziende.
Come accennato Google ne aveva sperimentato l’integrazione in Chrome e in Chromium dall’aprile 2021, ma lo ha rimosso nel dicembre 2022 (versione 110). Apple, al contrario, ha deciso di supportare il formato in Safari nel 2024 con iOS 17 e iPadOS 17, portandolo poi pienamente a maturità sugli iPhone 16 e sulle nuove versioni di macOS Sonoma.
Secondo Google, non c’era sufficiente interesse per continuare a sviluppare l’uso del JPEG XL. Ma non tutti condividono questa valutazione, incluso Jon Sneyers — inventore del formato FLIF, alla base di JXL — secondo il quale la decisione di Big G sarebbe stata influenzata dallo scontro con i sostenitori del formato rivale AVIF.

Apple e la seconda vita del JPEG XL
Il rilancio del formato non arriva quindi per caso. Apple, come abbiamo accennato, è stata la prima grande azienda a puntarci concretamente, trasformandolo da esperimento accademico a strumento reale di produzione.
Con iPhone 16, iPhone 16 Plus, iPhone 16 Pro e iPhone 16 Pro Max, il formato JXL è diventato parte integrante della pipeline fotografica di Cupertino: per la prima volta i dispositivi Apple potevano scattare direttamente in JPEG XL, sfruttando la sua capacità di ridurre il peso dei file senza perdita di qualità e offrendo una profondità colore fino a 32 bit per canale, compatibile con HDR e gamut esteso.
La strategia di Apple ha due risvolti: da un lato un vantaggio tecnico immediato — immagini più leggere, compatibili, e di qualità superiore; dall’altro un messaggio politico chiaro nel panorama dei formati.
Dal web ai documenti: un’alleanza inattesa
Che la PDF Association e Apple abbiano finito per trovarsi sulla stessa traiettoria non è casuale. Il formato PDF è il fondamento della documentazione digitale e della conservazione a lungo termine; l’arrivo di JPEG XL nelle specifiche PDF significa che le immagini di qualità fotografica, con ampie gamme cromatiche e HDR, potranno finalmente essere gestite in modo efficiente anche nei documenti archiviabili e stampabili.
In parallelo, Apple porta lo stesso formato dentro l’universo dell’immagine digitale e del consumo quotidiano. È una convergenza che può dare al JPEG XL un destino diverso da quello che sembrava scritto solo due anni fa: da esperimento fallito a nuovo standard per la qualità visiva del decennio.
Conclusione
Il JPEG XL che Google aveva accantonato torna quindi al centro della scena grazie a due spinte complementari: da un lato Apple, che ne fa il formato di riferimento per i propri dispositivi e per Safari; dall’altro la PDF Association, che lo inserisce nelle specifiche di un formato usato in ogni settore, dal publishing alla PA.
Un futuro in cui una stessa immagine JXL potrà essere archiviata in un PDF, condivisa sul web e catturata da un iPhone non è più fantascienza, ma il segnale che il più classico dei formati fotografici ha trovato il suo erede naturale.
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