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WWDC 2025, tutto quello che Apple potrebbe annunciare tra iOS 26, AI, iPad e Mac

Dal 9 al 13 giugno Apple terrà la sua 36ª Worldwide Developers Conference, sulla carta un evento tecnico, nella sostanza qualche cosa che riguarda tutti.

Negli anni, la WWDC è infatti passata dall’essere una conferenza tecnica per addetti ai lavori a un momento fondamentale nel calendario tecnologico globale. Non è solo l’occasione in cui Apple presenta le novità per chi sviluppa software ma un palcoscenico dove si svela il futuro dei sistemi operativi, delle interfacce e della visione strategica di iPhone, quindi del sistema operativo mobile della principale protagonista mondiale dell’elettronica di consumo.

Del resto è alla WWDC che sono stati annunciati passaggi cruciali come l’introduzione di Apple Silicon, l’arrivo delle applicazioni su iOS (sì, all’inizio iPhone non aveva applicazioni…) e più recentemente, il debutto dell’AI targata Apple.

I tre punti focali

Quest’anno le aspettative si concentrano sul rinnovamento dell’interfaccia di iOS con la quale Apple deve provare a convincerci che la prossima generazione di iOS, macOS e iPadOS non sarà solo un’evoluzione estetica, ma un cambiamento profondo nell’esperienza d’uso quotidiana connesso sia alla sua fruibilità che alle sue funzioni.

E proprio l’Ai sposta notevolmente verso l’alto il peso strategico della WWDC del 2025 che arriva in un momento in cui Apple deve dimostrare di saper reagire alle pressioni del mercato che stanno contraendo la rilevanza di iPhone e per farlo deve essere assolutamente convincente nei piano per l’intelligenza artificiale.

Qui si innesta il terzo fattore di rilevanza: la fiducia. La WWDC 2025 arriva infatti dopo un’edizione, quella dello scorso anno, in cui Apple aveva promesso funzionalità importanti — molte delle quali sono arrivate in ritardo o non sono mai uscite davvero. Dal rilancio di Siri al rollout parziale di Apple Intelligence, le aspettative si sono scontrate con una realtà molto meno entusiasmante del previsto facendo crollare la fiducia nella leadership di Cupertino.

Un gruppo che fino a ieri aveva fama di non sbagliarne una è parso avere sbagliato il più decisivo passo degli ultimi venti anni nel campo della tecnologia e dopo essersene accorto avere provando ad inventare con soluzioni raffazzonate o incomplete e per nulla al passo dei tempi.

Questo ha lasciato un’inedito, per l’universo Apple, retrogusto di scetticismo tra utenti, sviluppatori e stampa. Apple dovrà provare a fugare questo “sentiment” in un contesto dove potrebbe non essere facile farlo.

iOS 26 cambia faccia

La più anticipata delle novità, dicevamo, è il nuovo design di iOS 26: questa è la nuova denominazione che dovrebbe assumere ormai con certezza il sistema operativo che fino a ieri chiamavamo iOS 19 e d’ora in poi sarà iOS 26. Parliamo del cambiamento più significativo dall’arrivo di iOS 7 nel 2013, che introdusse il flat design al posto delle vecchie icone scheumorfiche. Ma se quella rivoluzione puntava sul simbolismo della grafica, quella di iOS 26 sembra orientata all’armonia tra dispositivi.

Secondo diverse fonti, il nuovo design prenderà ispirazione diretta da visionOS, il sistema operativo del Vision Pro. Ciò significa, come si vede in alcune anticipazioni, icone tondeggianti (non rotonde), menu e pulsanti traslucidi, elementi fluttuanti e un’interfaccia che si adatta visivamente al contenuto, con effetti di luce e profondità che danno al sistema un aspetto più fluido e immersivo.

Il redesign, nome in codice Solarium, non sarà solo estetico. Apple punta a una maggiore coesione funzionale tra i suoi sistemi operativi. Questo significa che molte interazioni e comportamenti dell’interfaccia saranno condivisi o almeno simili tra iOS, iPadOS e macOS.

Tra le prospettive pratiche più stuzzicanti c’è la possibilità che iOS 26, quando un iPhone è collegato ad un display, possa assomigliare ad iPadOS con Stage Manager: dock in basso, finestre ridimensionabili, app affiancabili, forse anche un file manager più avanzato. Non un vero e proprio macOS, ma qualcosa che lo richiama.

Intelligenza Artificiale, provaci ancora Apple

Se iOS 26 sarà il più ovvio dei protagonisti della WWDC 2025, il secondo anche qui come accennato, sarà la stessa special guest star della WWDC 2024. Lo scorso anno Apple aveva presentato in pompa magna le sue prime funzionalità AI con il nome di Apple Intelligence, promettendo una Siri più utile, in particolare capace di capire il contesto in cui l’utente si trova, leggere ciò che appare sullo schermo, e agire in modo più naturale e dinamico.

Ma questa Siri finalmente più simile a un assistente personale che a un risponditore automatico — ribattezzata informalmente Siri 2.0 — non è mai arrivata.

A peggiorare la situazione c’è stata la comunicazione di Apple: spot e messaggi promozionali hanno lasciato intendere che l’esperienza avanzata con Siri fosse imminente. In realtà, era ancora in fase di sviluppo iniziale. Una mossa che ha creato aspettative altissime, lasciando poi all’atto pratico molti utenti delusi o, peggio, sfiduciati, e causato anche problemi legali.

Apple Intelligence, cosa si può fare con l'AI di Apple in italiano - macitynet.it

WWDC 2025 è quindi, per Apple, un momento decisivo. Non solo per presentare nuove funzionalità AI (quelle che ci sono oggi sono al minimo sindacale), ma per ricostruire la fiducia in un pubblico a cui deve dire attendibilmente che cosa arriverà, quando, e su quali dispositivi.

I miglioramenti promessi sono stati rimandati, e secondo molti analisti non si vedranno prima del 2026 — quindi nemmeno nella prima versione di iOS 26 — ma in fondo, quando arriverà la “vera” Apple Intelligence è secondario rispetto alla visione che Apple vuole costruire attorno all’intelligenza artificiale.

iPadOS 26: la grande occasione per l’iPad?

Il terzo convitato di peso alla mensa della WWDC 2025 sarà iPadOS pure rinominato in base all’anno come iOS e macOS. Chi segue l’evoluzione dell’iPad sa bene che questo dispositivo vive da anni in una sorta di limbo identitario. Un hardware potente come quello di un Mac, ma ancora limitato da un sistema operativo che Apple non ha mai voluto fosse fruibile come quello di un vero computer. Con iPadOS 19, però, qualcosa potrebbe finalmente cambiare.

Si parte dall’obiettivo generale di dare una maggiore coerenza tra iOS, iPadOS e macOS, non solo dal punto di vista estetico (icone, pulsanti, trasparenze), ma anche nelle modalità d’interazione e nella gestione delle finestre e delle app, un traguardo che si materializzerà in alcune novità dell’interfaccia.

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La più interessante e decisiva in termini di fruibilità potrebbe essere l’introduzione di una barra dei menu in stile macOS che appare quando l’iPad è collegato a una Magic Keyboard. La nuova barra si posizionerebbe nella parte superiore dello schermo, offrendo accesso rapido a funzioni contestuali e menu delle app, rendendo l’esperienza d’uso ancora più simile a quella di un MacBook.

A questa novità si affiancherebbe anche un Stage Manager 2.0, una versione più avanzata e meno complessa da usare del multitasking introdotto con iPadOS 16. L’obiettivo è rendere la gestione delle finestre più naturale e coerente direttamente su iPad e favorire l’utilizzo di un display esterno.

watchOS, Apple TV e macOS

Accanto ai grandi protagonisti come iOS 26 (ex iOS 19) e iPadOS 26 (ex iPadOS 19), la WWDC 2025 porterà aggiornamenti più contenuti agli altri sistemi operativi dell’ecosistema Apple.

Su watchOS 12, il cambiamento principale sarà estetico: Apple introdurrà elementi grafici ispirati a visionOS, con effetti di trasparenza, pulsanti più tondeggianti e un’interfaccia leggermente rinfrescata, in linea con il redesign più ampio che coinvolge anche iPhone e Mac. Non ci sarà una rivoluzione funzionale, ma alcune funzioni di Apple Intelligence potrebbero arrivare anche su Apple Watch, sfruttando l’iPhone associato per l’elaborazione.

Per quanto riguarda tvOS 26, non ci sono grandi rumor all’orizzonte. Gli aggiornamenti dovrebbero riguardare la stabilità, l’interfaccia utente e forse qualche funzione nuova legata ai profili utente o all’integrazione con HomeKit e Apple Fitness+. In ogni caso, si tratterà con ogni probabilità di un aggiornamento evolutivo, non rivoluzionario.

Infine, su macOS 16 che dovrebbe assumere anch’esso il suffisso 26, il focus sarà sul redesign grafico, in continuità con quanto visto su iOS e iPadOS. Il sistema operativo dei Mac riceverà icone ridisegnate, nuove trasparenze, menu e pulsanti aggiornati, nel tentativo di rendere, come detto, l’esperienza più coerente tra dispositivi. È ovviamente anche un passo avanti nell’integrazione delle funzionalità AI, con Siri e Apple Intelligence pronte a diventare più utili anche su desktop.

Niente hardware ma occhio al Mac Pro e ai display

In teoria, la WWDC è un evento software. Ma nella pratica, Apple ha spesso usato questo palco per presentare nuovi Mac, soprattutto quando legati al mondo dello sviluppo e professionale. Quest’anno non sono attesi grandi lanci hardware, ma un aggiornamento del Mac Pro con chip M4 non sarebbe, per queste ragioni, da escludere del tutto.

Un Mac Pro con chip M4 Ultra potrebbe trovarsi a suo agio nel contesto del mondo degli sviluppatori e rappresentare una dimostrazione concreta della potenza necessaria per gestire flussi di lavoro avanzati, modellazione 3D, rendering o applicazioni AI locali. E in un evento che si preannuncia fortemente centrato su Apple Intelligence, mostrare un Mac capace di far girare quelle tecnologie a pieno regime potrebbe avere un significato strategico non secondario.

MacStudio con M4 Max tiene testa alla versione con M3 Ultra, per ora - macitynet.it

In realtà Apple ha detto che non ogni generazione di chip Apple Silicon avrà necessariamente una variante “Ultra”, e ha dato segnali di difficoltà tecniche nella creazione di un chip simile ai precedenti Ultra per via della differente architettura di M4 rispetto ad M3.

Questo lascia comunque spazio a presentazioni mirate per la fascia professionale, come un aggiornamento del Mac Pro o del Mac Studio — magari solo anticipato alla WWDC, e disponibile più avanti nel 2025.

Del resto oggi siamo di fronte al paradosso di un Mac Pro che costa il doppio ed è meno veloce e flessibile di un Mac Studio. Un paradosso incomprensibile.

Accanto ai possibili aggiornamenti lato Mac, resta sul tavolo anche la questione dei display esterni targati Apple. L’attuale Studio Display risale al 2022, e secondo diverse fonti Apple starebbe lavorando a una nuova generazione di monitor, uno dei quali potrebbe debuttare entro fine anno. Ci sono almeno due modelli in sviluppo: uno più accessibile con pannello LCD simile a quello attuale, e un secondo dotato di tecnologia mini-LED con ProMotion, pensato per accompagnare le versioni più avanzate dei Mac Studio o Mac Pro.

Non ci sono però segnali concreti che indicano un annuncio già alla WWDC 2025, ma anche in questo caso, una semplice anticipazione o un teaser tecnico non è da escludere.

Conclusioni: un WWDC che promette molto e deve mantenere

In conclusione, la WWDC 2025 si profila come una delle edizioni più dense di significato degli ultimi anni. Non tanto per l’ampiezza delle novità attese — dal redesign dei sistemi operativi all’evoluzione (ancora incerta) dell’intelligenza artificiale targata Apple — ma soprattutto per il momento strategico in cui arriva.

Tra nuove interfacce, la cosiddetta Siri 2.0 ancora in gestazione, iPad che guardano sempre più al Mac, e un’architettura chip in piena transizione, Apple non può più limitarsi a promettere: deve mostrare risultati concreti. E deve farlo rispettando le aspettative di chi, un anno fa, aveva creduto in una rivoluzione AI che sul fronte Apple è ben lungi dall’essere tale.

Serve a capire non solo dove sta andando iOS, ma dove vuole andare Apple. E per questo, il keynote del 9 giugno sarà un momento da non perdere.

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Quando, dove e come seguire la WWDC 2025

La WWDC 2025 si svolgerà dal 9 al 13 giugno, ma l’appuntamento clou per il grande pubblico è il keynote di apertura, previsto per lunedì 9 giugno alle ore 19:00 (ora italiana). È in quell’occasione che Apple svelerà le principali novità davanti a una platea mondiale.

Il keynote sarà trasmesso in diretta streaming su Apple.com, sull’app Apple TV, sul sito e sull’app Apple Developer, oltre che sul canale YouTube ufficiale di Apple. Subito dopo, per tutta la settimana, si svolgeranno sessioni tecniche, workshop e laboratori virtuali riservati agli sviluppatori iscritti al programma Apple.

Macitynet seguirà in diretta l’intero evento, con articoli di approfondimento, aggiornamenti in tempo reale, analisi delle novità e prime impressioni su tutto ciò che verrà annunciato.

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